martedì 1 maggio 2018

The black cat changing colors

Again, I have not seen from Prime Minister Netanyahu arguments for the moment on non-compliance, meaning violation by Iran of its nuclear commitments under the [nuclear] deal. And again, the deal was put in place exactly because there was no trust between the parties, otherwise we would not have required a nuclear deal to be put in place. Mogherini

Infatti l'obiettivo del primo ministro non era quello di dimostrare che l'Iran non sta tenendo fede all'impegno preso. Ma che vuole e può farlo in qualsiasi momento in virtù dell'inefficacia del JCPOA.
E forse non ha tutti i torti. Altrimenti non si comprende perché ad un certo momento la documentazione riguardante l'aspetto militare del programma nucleare è stata spostata in tutta fretta in una località segreta.
Mettere in dubbio la credibilità dell'Iran è di fondamentale importanza per comprenderne la pericolosità. Parliamo di un'entità che, pur essendo Stato, si comporta da formazione terroristica.
I politici europei da salotto non vogliono credere alla dimensione criminale dell'Iran perchè non vedono il sangue nei loro cortili. Eppure denunce come quella del Marocco, a proposito del supporto dato al Polisario Front, dovrebbero allarmare alla luce del fatto che i proxy iraniani si muovono allo stesso modo in Nigeria da diverso tempo.
Il Mossad si è mosso meglio e in anticipo rispetto alle agenzie di intelligence occidentali che trascurando il pericolo si sono rese complici di Obama. Ed ha individuato il metodo migliore per rompere l'incantesimo dell'accordo.
Yossi Cohen, a differenza dei predecessori che erano soliti fare le barricate senza alla fine ottenere molto, ha tenuto a bada l'interventismo di Netanyahu indicandogli l'atteggiamento giusto da tenere con Trump. Che è poi quello nelle cui mani è il destino del JCPOA.
Sapeva benissimo che i colloqui con Putin e gli europei erano una perdita di tempo.
Piuttosto che lasciargli iniziare subito una guerra totale, sfruttando i fronti attraverso i quali l'Iran costituisce un pericolo diretto per Israele, il direttore ha usato una strategia attendista costituita da fatti e diplomazia.
Adesso Netanyahu può dichiarare guerra in maniera abbastanza agevole dopo la modifica approvata ieri dal Knesset. Ma non lo si può accusare di non aver tentato altre vie.
Il fallimento dell'unione piuttosto, è stato nel non riuscire a convincere Trump.

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