sabato 19 maggio 2018

Proteste fisiologiche

I tweet infuocati del senatore Rubio e del segretario di stato Pompeo, assieme alla notizia che ci sarebbe stato un morto tra i manifestanti di Kazeroon, potrebbero far pensare ad un momento di svolta delle proteste contro il governo in Iran.
In realtà sembrerebbe trattarsi della solita montatura mediatica messa a punto ad arte dai dissidenti residenti all'estero per convincere i loro sponsor occidentali, in particolare gli americani, ad intervenire o a fornire mezzi e finanziamenti agli attivisti.
Da parecchi anni il distretto di Kazeroon, nella Fars province, è in attesa di una riorganizzazione amministrativa che consenta di rivalutare e sfruttare le risorse naturali che potrebbero portare miglioramenti all'economia e quindi alla povertà dilagante.
Invece l'amministrazione locale sembrava orientata a creare una contea in mezzo a due città.
Questa avrebbe però riassorbito una parte importante delle risorse e del patrimonio culturale penalizzando una delle due città. I cittadini, delusi dall'incapacità del governatore di trovare un'alternativa migliore, la scorsa estate hanno dato inizio a proteste molto pacifiche a base di negozi chiusi, scioperi sul lavoro e marce.
La situazione è precipitata qualche settimana fa, quando un parlamentare locale ha rilanciato con vigore il progetto della terza contea. Si è arrivati alla violenza degli scorsi giorni per l'esasperazione indotta dalla mancanza di risposte sia dalla politica locale che da quella nazionale.
E la polizia non è riuscita ad andare oltre la repressione.
Si è parlato molto in queste ore di slogan anti-governativi che avrebbero esaltato l'amministrazione americana. Nel contesto generale sembrerebbe però trattarsi piuttosto di una forzatura propagandistica operata dall'esterno.

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