mercoledì 23 maggio 2018

Con la correttezza che gli va riconosciuta in questa sede

“Le informazioni in nostro possesso non confliggono con una nomina che premia la sua professionalità”. Zoom24

Sono cose che ai manettari non interessano.
Però il dottor Grassi è bravo per davvero.
Il fatto è, che la polizia cerca di distogliere l'attenzione da un sistema malato con la solita frasetta di circostanza "siamo stati noi a scoprirli, abbiamo gli anticorpi".
Il problema non è Grassi che, come molti suoi colleghi, cercava probabilmente di scambiare informazioni per motivi di lavoro o anche per accreditarsi presso i servizi.
Ma quei poliziotti o ex che, sfruttando l'accesso ai sistemi informatici e i propri contatti, sarebbero stati parte integrante del cosiddetto sistema Montante.
Ogni tanto ne spunta qualcuno in vicende giudiziarie del genere.
La gogna mediatica alla fine è per quelli come il dottor Grassi e, guarda caso come sempre, per i servizi segreti.
Più che ascoltare il dottor Blengini, i magistrati dovrebbero organizzare un confronto tra lui e il dottor Megale. E accertare per quale motivo quest'ultimo ha redatto una relazione di servizio a circa una settimana dall'incontro con il caporeparto.
In casi gravi (pare di capire che Megale lo ritenesse tale) ci si consulta con i diretti superiori.
Il capo della polizia e il ministro dell'interno.
Anche Blengini è bravo. E corretto pure.
Non è il massimo della simpatia. Almeno così dicono.
Però va bene lo stesso.

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