“Le informazioni in nostro possesso non confliggono con una nomina che premia la sua professionalità”. Zoom24
Sono cose che ai manettari non interessano.
Però il dottor Grassi è bravo per davvero.
Il fatto è, che la polizia cerca di distogliere l'attenzione da un sistema malato con la solita frasetta di circostanza "siamo stati noi a scoprirli, abbiamo gli anticorpi".
Il problema non è Grassi che, come molti suoi colleghi, cercava probabilmente di scambiare informazioni per motivi di lavoro o anche per accreditarsi presso i servizi.
Ma quei poliziotti o ex che, sfruttando l'accesso ai sistemi informatici e i propri contatti, sarebbero stati parte integrante del cosiddetto sistema Montante.
Ogni tanto ne spunta qualcuno in vicende giudiziarie del genere.
La gogna mediatica alla fine è per quelli come il dottor Grassi e, guarda caso come sempre, per i servizi segreti.
Più che ascoltare il dottor Blengini, i magistrati dovrebbero organizzare un confronto tra lui e il dottor Megale. E accertare per quale motivo quest'ultimo ha redatto una relazione di servizio a circa una settimana dall'incontro con il caporeparto.
In casi gravi (pare di capire che Megale lo ritenesse tale) ci si consulta con i diretti superiori.
Il capo della polizia e il ministro dell'interno.
Anche Blengini è bravo. E corretto pure.
Non è il massimo della simpatia. Almeno così dicono.
Però va bene lo stesso.
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