domenica 29 aprile 2018

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“Iran destabilises this entire region,” Pompeo said in a joint press conference with Saudi Foreign Minister Adel al-Jubeir. “It supports proxy militias and terrorist groups. It is an arms dealer to the Houthi rebels in Yemen. It supports the murderous Assad regime (in Syria) as well.” Pompeo also addressed the rift between some Gulf countries and Qatar: “Gulf unity is necessary and we need to achieve it.” Reuters


Sauditi ed emiratini pensavano che, facendo fuori Tillerson, avrebbero vinto un po’ tutte le sfide nelle quali sono impegnati.
Pompeo e Bolton sono espressione di una politica estera più aggressiva, ma ciò non significa rinunciare alla concretezza.
La disputa del Golfo è un ostacolo alle tante questioni in stallo.
Da quella iraniana alla vicenda israelo-palestinese.
Il fatto che Pompeo non compia una tappa ad Abu Dhabi può essere dovuto alla volontà di mantenere un profilo basso rispetto all'inchiesta di Mueller. Ma non sarebbe sbagliato ipotizzare che l'amministrazione sia stanca della belligeranza inconcludente con cui si muove Mohammed bin Zayed che è lo stratega dell'anti-Qatar quartet.
A dimostrazione del fatto che in fondo in Libia il problema è rappresentato dai sostenitori di Haftar più che dal comandante dell'LNA, ha destato preoccupazione giorni fa l'uccisione in Yemen, avvenuta ad opera di un drone di manifattura cinese acquistato dagli emiratini, di Saleh al Sammad. Un esponente di spicco dell'ala politica degli Houti impegnato nelle trattative per cercare di porre fine al conflitto.
Quando si sceglie un obiettivo, si va alla ricerca di estremisti in modo da fiaccare l'organizzazione sperando che rimanga allo sbando per qualche tempo. L'azione militare ha comunque lo scopo di propiziare quella diplomatica. Gli Houti hanno risposto rimpiazzando al Sammad con uno dei membri più radicali a disposizione. Mehdi al Mashat.
Mohammed bin Zayed non riesce ad andare oltre una visione militare molto baldanzosa.
Pompeo è l'uomo giusto per mettere al proprio posto cose e persone.

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