giovedì 4 gennaio 2018

We’ve put our man on top!

The Department of State has designated Muhammad al-Ghazali, Abukar Ali Adan, and Wanas al-Faqih as Specially Designated Global Terrorists (SDGTs) under Section 1(b) of Executive Order (E.O.) 13224. These designations impose strict sanctions on foreign persons determined to have committed, or pose a significant risk of committing, acts of terrorism that threaten the security of U.S. nationals or the national security, foreign policy, or economy of the United States. Among the consequences of these designations, all of their property and interests in property subject to U.S. jurisdiction are blocked, and U.S. persons are generally prohibited from engaging in any transactions with them.
...Al-Ghazali is a senior member of AQAP who is involved in internal security and training of the group’s operatives. 

Mohammed Abdel Kharim al Gazhali, negli anni in cui Mohammed bin Nayef era il capo indiscusso dell'antiterrorismo saudita e l'interlocutore privilegiato dei governi di mezzo mondo, lavorava nell'intelligence yemenita e apparteneva all'unità che si coordinava con la controparte saudita.  Ad un certo punto iniziò a fare il doppiogiochista fornendo ad Al Qaeda le preziose informazioni alle quali aveva accesso grazie al suo ruolo. Poi fece il grande salto diventando qaedista a tutti gli effetti. Nel 2009 aveva organizzato l'incontro tra Mohammed bin Nayef e dieci pentiti intenzionati a consegnarsi alle autorità saudite. Tra questi c'era Abdullah al Asiri, fratello del più famoso Ibrahim che gli aveva preparato l'esplosivo nascosto nelle cavità corporali. E anche Saeed al Sheri, meglio conosciuto come Abu Sufyan che aveva fatto scoprire a Mohammed bin Nayef, attraverso un video di propaganda, come il programma di riabilitazione e reinserimento nella società da lui stesso ideato, era stato un fallimento. Reduce da Guantanamo, Abu Sufyan aveva compiuto il percorso di deradicalizzazione per poi sgattaiolare tranquillamente in Yemen. Nei database del ministero dell'interno non v'era traccia di questa evoluzione. Molti altri lo avevano seguito.
Assieme ad Al Ghazali l'anno successivo apparve ancora in un video attorno al quale i media sauditi costruirono una narrazione orientata a tessere le lodi della strategia antiterrorismo messa in atto dal governo. I due avevano realizzato un appello da far circolare in Arabia Saudita per raccogliere fondi. Pratica alla quale, secondo la stampa saudita, era stato costretto anche il dottor Al Zawahiri ed era diventata l'unico modo per Al Qaeda per finanziarsi, dal momento che il governo saudita aveva blindato attraverso sanzioni il flusso di denaro straniero destinato alla formazione terroristica.
Nel giorno in cui il dipartimento di stato ha riconfermato l'inclusione dell'Arabia Saudita nella lista dei Paesi che destano particolare preoccupazione per la libertà di praticare altre religioni all'infuori dell'Islam, la designazione di Al Ghazali può sembrare una specie di contentino.
In realtà è l'ennesimo segnale che la situazione in Yemen è complessa e non si risolverà tanto facilmente.

Nessun commento:

Posta un commento