lunedì 11 dicembre 2017

Been waiting to get home a long time

Moyasar Ali Musa Abdullah al-Jubouri, dubbed Abu Maria al-Qahtani, was a former officer in the Iraqi Army within a group called "Fedayeen Saddam" until 2003. After Paul Bremer restructured the army and police, Jubouri worked as a policeman in Baghdad after which he joined al-Nusra Front in Syria as the Grand Mufti and Emir of eastern area. He was then dismissed by the organization leader "Abu Mohammed al-Joulani". He is the previous assistant of ISIS leader Abu Bakr al-Baghdadi and uses a Qatari passport in his travels. UN listed Jubouri as an international terrorist in 2014 for associating with al-Qaeda terrorist group. Ashark al Awsat 23 November 2017

Limitare la sua figura in una definizione, specie quella di terrorista, è fargli un torto.
Abu Mariya è la storia di un medio-oriente usato ed abusato dalle potenze straniere e dai propri governanti. E' la forza della ribellione ai soprusi e all'oppressione.
Non ha mai negato di avere Al Qaeda nel sangue, ma è stato il primo ad acquisire la consapevolezza che il sistema messo in piedi da Al Zawahiri e Bin Laden non rappresenta la soluzione al conflitto siriano. E l'ha detto a gran voce ad Al Julani, l'unico che da sempre è capace di gestirne le intemperanze e non si è mai voluto privare del suo appoggio e dei suoi consigli, il quale gli ha inflitto l'allontanamento dalle posizioni di vertice per un periodo come punizione. Efferato, avido, calcolatore. Molti lo odiano.
Altrettanti lo amano. Anche alcuni suoi ex-ostaggi. Di sicuro è un uomo di grande sentimento.
Diceva Bono ieri sera che la soluzione ai conflitti moderni, così come lo fu per l'Irlanda, è il compromesso. Un confronto arduo, visto l'enorme numero di protagonisti e le tante interferenze esterne che sono proprie del conflitto siriano.
Abu Mariya non è tipo da compromesso, ma è abile nel cogliere le opportunità.
Basta offrirgli quella giusta.

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