domenica 12 novembre 2017

Il mistero dell'uomo con il pezzo di carta in mano

Probabilmente un collaboratore che doveva passargli qualche messaggio. Forse non era al corrente della diretta. La reazione in apparenza spaventata del primo ministro ha generato la solita serie di teorie complottiste.
Hariri ha solitamente movenze molto irregolari e uno strano timbro di voce che varia molto velocemente. Infatti in passato si è ipotizzato che ciò possa essere dovuto ad alcune vecchie cattive abitudini mantenute dai tempi dell'università. E' spesso stanco e stressato. Difficilmente inoltre riesce a mascherare i propri pensieri. Lo sguardo grave e lo scatto della mano all'arrivo  dello strano personaggio erano probabilmente dovuti alla stanchezza.

Da tutto quanto detto nel corso dell'intervista, rimane confermata l'impressione che i sauditi non hanno un piano preciso per quel che riguarda l'aspetto politico. Tantomeno circa un intervento militare. Come ha detto Nasrallah, gli israeliani di solito intervengono solo in caso di necessità. E a dispetto degli eventi degli ultimi giorni, attualmente non pare essercene proprio bisogno.
Da come si sono mossi la famiglia e il generale Ibrahim, cercando il maggior numero di contatti e aiuti possibili, ma anche il presidente e i vari ministri, pare difficile che siano disposti ad accettare un cambio di leadership nel partito o addirittura alla guida del governo.
Baha è noto per una presunta ruggine con il fratello e per avere un carattere deciso.
Non è abbastanza per assumere la leadership politica. In Libano inoltre manca un Muqtada Sadr. Una di quelle soluzioni che tanto amano i sauditi.
Saad Hariri conosce bene la real casa e ha capito la situazione. Era sincero quando ha parlato del rapporto con Aoun. Nelle ultime settimane in particolare ha affinato l'intesa con il presidente. Sta cercando evidentemente di convincere bin Salman affinchè gli lasci riprendere il suo posto. Che poi è la soluzione ideale per tutti. Ormai i sauditi si ritrovano con le spalle al muro a causa di altri insuccessi. Saad deve offrire garanzie solide di un governo che tenga in riga iraniani e hezbollah e suggerire un modo per non fargli perdere la faccia dinanzi al mondo e a Mohammed bin Zayed.
Quello che come il padre è diventato politico per caso o per necessità, sta diventando un politico di professione. Se passa questa crisi indenne, potrà fare grandi cose per il Libano.
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