mercoledì 1 novembre 2017

Ammazza li turchi

26 October، 2017 Damascus, SANA
President al-Assad affirmed that the liberation of the Syrian territory from terrorism, achieved at the hands of the army and its allies, prepares the ground gradually for more political action, particularly that the Syrian government continues to deal positively with any political initiative seeking to stop the Syrian bloodshed and restore security and security in a manner that guarantees the unity and sovereignty of Syria. 
....and support the political track on the other hand through accelerating the pace of national reconciliations and dialogue among all via holding a national dialogue conference in Syria to reach to amending the constitution and holding new parliamentary elections. 
Astana 31 October 2017 ...Emphasize progress in the fight against terrorism and elimination of Daesh/Isil as the result of the launch of the de-escalation areas and reaffirm their determination to take all necessary measures to continue the fight against them within and outside the de-escalation areas .
MOSCOW (Reuters) - The first congress of Syrian peoples will be held in Russia’s Black Sea resort of Sochi on Nov. 18, the RIA news agency cited a source close to the Astana peace talks on Syria as saying on Tuesday. 

Le buone intenzioni di Assad non sembrano orientate verso una reale transizione seguita da una sua uscita di scena. Però i Russi insistono affinchè sembri così.
Da Astana non è arrivato niente di concreto.
Nessuno scambio di prigionieri e nessuna novità circa il trasporto di viveri e medicine nelle zone assediate dalle milizie assadiste . Difficile aspettarsi novità significative a Sochi o ancora ad Astana in Dicembre.
Lo stallo è determinato, oltre che dalla resistenza del dittatore, dall'incertezza sul da farsi ad Idlib. Se per un verso la Turchia sta sistemando le questioni curde, dall'altro continua a sostenere il Free Syrian Army e il governo di unità nazionale in attesa che Hayat Tahrir al Sham rinunci gradualmente alle sue velleità. Da quando l'esercito turco ha fatto il suo ingresso a Idlib scortato dagli uomini di HTS, al Julani ha perso almeno dieci comandanti di peso a causa di attentati avvenuti in circostanze molto poco chiare. Non si è andati oltre il patto di non aggressione.
Nessuno dei protagonisti vuole un bagno di sangue. E il dialogo comunque continua.
Ma mentre dietro le quinte si svolgono trattative nemmeno tante segrete con Turchia e Russia, sono state messe in atto una forte campagna mediatica tesa a delegittimare Hayat Tahrir e anche le famigerate intel op citate dal ministro turco in precedenza. Il tutto al preciso scopo di indebolire la fazione islamista, cercando di arrivare al cuore dei vertici che fanno sempre quadrato attorno al comandante, per poi fiaccarla e inglobarla in un accordo politico che sembra tuttora prevedere che Assad sia parte della soluzione. A dispetto delle dichiarazioni di Tillerson, i russi rimangono padroni del campo e continuano a lavorare in tal senso. Hanno costretto al muro l'opposizione siriana e i turchi si sono ormai allineati rinunciando alle loro posizioni anti-Assad.
Gli emissari di al Julani starebbero ancora trattando con i rappresentanti dei governi occidentali, in particolare con Cia e MI6, ma se questi continuano a stare fuori dall'arena, con l'attenzione rivolta piuttosto all'Iraq e all'Iran, è difficile che la situazione cambi.

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