lunedì 25 settembre 2017

Off the balance sheet

L'elemosina è per i bisognosi, i poveri, per quelli incaricati di raccoglierle, e per tenere uniti i cuori di quelli che sono da poco entrati nell'Islam. Per riscattare gli schiavi, e per chi è sommerso dai debiti. Per quelli che lottano sul sentiero di Allah e per i viandanti.
Questo è quanto è stato prescritto da Allah.
Allah è saggio e sapiente. 
Surah At-Tawbah

Oh voi che credete. 
Donate quanto di meglio avete e vi siete guadagnati in maniera onesta dei frutti della terra che abbiamo prodotto per voi. E non aspirate ad ottenere nulla di malvagio da cui donare. Qualcosa che voi stessi mai accettereste se non a occhi chiusi.
E sappiate che Allah è colui che non ha bisogno di nulla. Degno di ogni lode.
Surah Al Baqarah

Per forza: gli analisti della Guardia di Finanza ricordano come le banche islamiche applichino la zakat, l’elemosina imposta dalla religione a tutti i musulmani su qualsiasi contratto o transazione. Gli istituti bancari islamici «deducono una somma pari al 2,5 % del patrimonio personale e la versano a organizzazioni filantropiche islamiche». Queste ultime «possono attingere a risorse di svariati miliardi di dollari» e «operano in tutto il mondo»: sono «oltre duecento negli Stati Uniti, migliaia in Europa, in Africa, nei paesi arabi e in Asia». C’è poco da fare: «Le somme destinate alla zakat non vengono registrate in bilancio e quindi restano irrintracciabili; inoltre, tutte le registrazioni contabili sono distrutte.  marco ludovico 

 ...i prodotti e i servizi finanziari islamici sono caratterizzati da un peculiare fattore di rischio che potremmo definire "rischio interpretativo" . Infatti la conformità alla Shari'ah di talune pratiche commerciali, di alcuni servizi e prodotti finanziari, non trova una uniforme valutazione nei Paesi islamici dagli organi a ciò preposti. Ciò significa che alcuni prodotti o servizi potrebbero essere approvati come conformi alla Shari'ah da alcuni interpreti ma non da altri. Consob  ‌



A proposito dei dubbi che avrebbero avuto tempo fa, la Digos e l'Aisi locale, circa una sorta di conversione di massa in Campania, stimolata dall'elargizione di somme di danaro riconducibili alla Zakat, i versi coranici che costituiscono la base legale per stabilire le categorie eleggibili verso quello che è in pratica un sistema di welfare destinato ai musulmani bisognosi, parlano di (tradotto in maniera letterale) "coloro dei quali bisogna riconquistare i cuori" الْمُؤَلَّفَةِ قُ‍‍لُوبُهُمْ ‌. Si tratta dei nuovi convertiti che, come sovente accade, subiscono in ambito familiare e sociale il contraccolpo della loro scelta rimanendo isolati e bisognosi di supporto morale e materiale. Per evitare che abbandonino l'Islam, per costrizione e a causa dello sconforto, viene fornita loro assistenza. Se questo sistema è stato abusato dalla comunità islamica o dalle famiglie napoletane, e se addirittura lo scopo era quello di attivare nuove reclute per compiti di stampo terroristico, ciò è materia da approfondire attraverso indagini ad ampio raggio.

Le operazioni di off balance sheet vengono fatte per tenere basso il rapporto di indebitamento.
Quello che forse è difficile comprendere per un non musulmano, è che la zakat in generale (la classificazione comprende più di un tipo) non è una semplice elemosina, ma un dovere religioso compreso nei pilastri dell'Islam e per il quale il credente risponde direttamente ad Allah. Non solo deve essere destinata a soggetti legittimi, ma deve provenire da fonti lecite. In ogni banca il processo di raccolta e distribuzione della tassa annuale, che può essere versata anche in altri periodi dell'anno visto che il calcolo non cambia, viene sottoposto a stretto scrutinio da una commissione specifica che segue le indicazioni fornite dal consiglio shariatico.

Le criticità sottolineate dalla guardia di finanza andrebbero superate, secondo il fondo monetario, ottimizzando la standardizzazione delle operazioni. Compito difficile questo, se teniamo conto di due fattori che caratterizzano la finanza islamica : la frammentazione delle commissioni di controllo, non solo da Paese a Paese ma anche nell'ambito di un sistema locale, e la peculiarità del rapporto che c'è tra banca e clientela. Si tratta di difficoltà facilmente superabili operando leggeri pressioni sugli interlocutori finanziari del mondo islamico. Ma evidentemente del sistema beneficiano anche la finanza tradizionale e il mondo politico occidentale. Motivo per il quale si tende a soprassedere.
Il crack della Bank of Credit and Commerce International, che portò alla luce una serie di pratiche fraudolente che avevano avuto come scopo anche il finanziamento del terrorismo, mise in evidenza collegamenti con attività della Cia che utilizzava le sedi pakistane per finanziare i mujahedeen in Afghanistan. Un largo giro di corruzione fece in modo che qualcuno a Washington per un paio di decenni tenesse chiuso più di un occhio.
E quando al direttore di Benevolence International, famosa organizzazione caritatevole che smuove milioni dalla Bosnia al Sudan, venne chiesta in tribunale una giustificazione per i suoi comprovati rapporti di collaborazione con Osama bin Laden, questi rispose che come tanti sauditi, allettati dalla chiamata americana, lui era corso a combattere in Afghanistan.
E si chiedeva come questo in seguito potesse essere definito terrorismo.

Ancora oggi non sono tanto i sistemi di controllo ad essere insufficienti o facili da bucare, ma è difficile configurare il reato nel suo complesso. Per questo motivo alla fine ad innumerevoli segnalazioni non corrispondono altrettanti reati di terrorismo.
Inoltre il classico imperativo follow the money non è di così semplice realizzazione.
Le mail dell'Ambasciatore al Otaiba, rese pubbliche la scorsa settimana, hanno evidenziato non solo che in fondo in Libia, o meglio nei depositi delle banche europee, circolano fiumi di denaro e che quindi le preoccupazioni del presidente Tajani e del ministro Minniti andrebbero orientate in altro senso, ma che con le conoscenze giuste (funzionari delle nazioni unite e di banche di Paesi terzi) è relativamente facile aggirare un embargo.
Insomma finchè c'è denaro c'è anche potenziale crimine.
Le investigazioni finanziarie hanno aperto nuovi orizzonti sul fronte della lotta al terrorismo.
Vanno comunque integrate con i vecchi metodi.
Sono passati decenni da quando Bin Laden investiva in legno e carta.
Eppure la leggenda recente narra che Abu Mohammed al Julani conserverebbe i cento milioni derivanti dalla mediazione dello scambio delle quattro città, frutto di trattativa in un certo senso lecita tra governi e jihadisti, in una caverna guardata a vista da alcuni uomini armati.
Le banche e le organizzazioni filantropiche e caritatevoli immerse in giri poco leciti sono ben note. Bisogna infiltrarle per circoscrivere meglio il reato attraverso leggi efficaci ed evidenze concrete.

La guardia di finanza, sotto la guida del generale Toschi, ha fatto registrare un salto di qualità nel modo di operare. Si è mostrata all'avanguardia e propositiva verso il governo. Ha evitato strumentalizzazioni tenendosi lontana dal pollaio politico. Cosa che purtroppo non si può dire di altri comparti
C'è da augurarsi, visto che in questi giorni si discute molto delle nomine in scadenza nei prossimi mesi, che si segua un criterio che porti alla ribalta persone valide come il generale Toschi.

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