lunedì 4 settembre 2017

Aims

Dr. Hassan Safadi, spokesman of the Syrian Islamic Council, said in an interview with the "AlDorar AlShamia Network" that the initiative aims to let the Syrian revolution pass via the bottleneck, and a committee composed of the interim Syrian government and the factions will be formed under the supervision of the Council in order to go forwards with the agreeing factions.aldorars

Più che altro è un modo per recuperare lo stipendio perso con la chiusura del programma di addestramento americano. E per isolare Hayat Tahrir al Sham.
Contrariamente a come viene venduto da stampa e think tank, il Syrian Islamic Council non è affatto l'alternativa moderata per i sunniti di Siria. Si tratta di uno schieramento composto da varie correnti salafite la cui guida è stata affidata ad un sufi. Tra gli editti giuridici emessi di recente, c'è una fatwa che proibisce la vendita di terreni agli sciiti. Sono stati dipinti come moderati per le loro posizioni contro al Qaeda, Nusra, Jabhat Fath, Hayat Tahrir. Infatti da settimane ormai, sono al lavoro per ostacolare l'accorpamento del movimento jihadista nella rivoluzione.

Sheikh Abu Jaber si è detto disposto a sciogliere Hayat Tahrir, imponendo però tre condizioni :

- lo scioglimento di tutte le fazioni
- la consegna dei governi locali del nord della Siria ad amministrazioni civili lontane dai combattenti
- tutti gli eserciti di ribelli e jihadisti devono essere riconvertiti in un esercito unico e in forze di polizia locali

In molti hanno visto in questa proposta l'intenzione di formare un emirato.
Cosa che probabilmente avverrà con ulteriore spargimento di sangue, dopo che una quarantina di gruppi ha per il momento aderito alla contro proposta del Syrian Council che prevede un semplice passaggio di tutti i gruppi sotto un comando militare unificato che è in pratica una emanazione dell'Interim Government.
Tutti consigli e organismi con sede in Turchia e che quindi conoscono la realtà sul campo de relato.


La proposta di Sheikh Abu Jaber, che porta sul tavolo più di ventimila uomini addestrati e reduci da teatri di guerra importanti, nasceva dalla consapevolezza che una unione siffatta non funzionerà mai viste le divisioni. E che i gruppi smantellati si devono concentrare su questioni militari e di sicurezza lasciando gestione amministrativa e logistica ai civili.
C'è da vedere cosa accadrà. Ma vista la scarsa preparazione militare e le diatribe che seguiranno, l'unico a trarre vantaggi sarà Assad.

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