domenica 27 agosto 2017

Remains


"It has not been confirmed yet that these remains belong to the military soldiers, although we are almost certain they are."

Epilogo abbastanza scontato purtroppo.

Non molto scontata invece, è stata l'ultima sfuriata dell'inviata americana alle nazioni unite che se l'è presa qualche giorno fa, direttamente con il comandante delle forze Unifil in Libano colpevole secondo gli americani, di chiudere un occhio sui passaggi di armi iraniani agli Hezbollah. Haley in realtà era a Vienna a perorare, tra le altre cose, la causa secondo la quale gli iraniani non rispetterebbero gli accordi sul nucleare e quindi non sarebbero trasparenti ai controlli.
Un favore di Trump agli amici sauditi ma soprattutto agli israeliani che premono sulla questione dell'influenza iraniana nella regione. Evidentemente l'incontro di Yossi Cohen con McMaster, che si sarebbe dovuto tenere la settimana scorsa, ha dato buon esito.
Rimane da vedere se, come al solito si tratta di fire and fury che rimangono solo parole, come tutti i proclami trumpiani in politica estera, o si andrà a fondo.
Per il Libano il legame Hezbollah-Iran è uno snodo pericoloso.
Hariri era riuscito, grazie al lavoro di lobby, a smussare le sanzioni americane anti-Hezbollah che avrebbero arrecato un danno enorme al sistema finanziario libanese. Se Trump ha intenzione di andare seriamente alla guerra contro l'Iran, il premier libanese dovrà cercare altre soluzioni.
Potrebbe tornargli utile il prossimo viaggio in Francia nel corso del quale verranno discusse tra le altre questioni, la cosiddetta soluzione politica per la Siria e un piano d'investimenti massiccio su gas ed impianti elettrici per risolvere l'annoso problema della copertura giornaliera.

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