sabato 19 agosto 2017

MoD&Abroad

Il progetto sarebbe molto più ambizioso di un semplice comando militare unificato.
Sarebbe in discussione la creazione di comparti politico e amministrativo con uffici di rappresentanza all'estero. Una sorta di governo di prova o di transizione in attesa della caduta del dittatore.
Sotto il profilo strettamente militare inizierebbero finalmente delle offensive su larga scala contro l'esercito di Assad e le milizie che lo sostengono. D'altra parte ai consigli cittadini verrebbe lasciata larga autonomia senza imporre sharia e corti. Questo costituirebbe un incentivo per integrarsi alla popolazione e distaccarsi ulteriormente da al Qaeda. Bisogna vedere quali gruppi sono disposti ad unirsi. Si tratta di un progetto vero e proprio. Non di una semplice fusione o di una operation room. Vale la pena il sacrificio dello scioglimento. Mettersi d'accordo su ristrutturazione e comando non sarà semplice ma è un obiettivo raggiungibile. Ovviamente le rappresentanze estere per il momento non potrebbero essere costituite che dal Qatar e dalla Turchia.
Anche se è da diversi giorni che si sta discutendo la questione, non c'è molto tempo da perdere. In vista di un eventuale ingresso dell'Euphrates Shield a Idlib, la popolazione spaventata chiede a gran voce che al Qaeda, Nusra e Hayaat Tahrir lascino l'area.
E' possibile che questa mossa sia collegata all'operazione in Badia e che la regia sia a Doha.
Ormai il Qatar non ha granchè da perdere. Può fare il suo gioco in Siria.

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