martedì 4 luglio 2017

Tanto quanto prima a Mosul

Dopo aver ascoltato parte dell'intervento del dottor Blengini (video) verrebbe da chiedergli se al comparto antiterrorismo nel suo complesso interessa che ci siano programmi di deradicalizzazione per scongiurare l'incremento esponenziale dei simpatizzanti, così come sarebbe drammaticamente accaduto nella piccola Svezia secondo il capo del Sapo, e in modo quindi da allegerire il carico di lavoro della propria agenzia, oppure si tratta di un discorso utilitaristico teso ad avere una maggiore sfera di controllo su soggetti ed ambienti di interesse.
Se quelli come Aleotti, cioè non particolarmente pericolosi ma soggetti ad influenze ideologiche negative e facenti parte di un ampio cenacolo virtuale, venissero seguiti in modo stabile e senza troppe ingerenze da parte degli apparati di sicurezza, avremmo recuperato una buona fetta delle reclute potenziali di Daesh. Mine vaganti pronte ad essere plasmate.
Eppure l'Aisi continua a fare melina e a mandare messaggeri in parlamento, come il solito Vidino o qualche giornalista accomodante, però poi tutto rimane com'era. Un pò come faceva in tempi passati nicchiando sui vari Delnevo, Brignoli, El Abboubi lasciati partire e diventati quasi degli eroi per conoscenti e amici.
L'ambiguità o indifferenza con cui il governo, spalleggiato da polizia e servizi, si muove in quest'arena, è il migliore alleato del terrorismo perchè permette che lo stato venga percepito come nemico. Il kuffar nella sua accezione negativa.

Al convegno della polizia penitenziaria si è discusso anche del problema dei foreign fighters.
Tema di grande attualità all'indomani della vittoria di Mosul come al solito sbandierata in anticipo ed in maniera esagerata da governo e forze di sicurezza irachene.
Quello che nessuno, e non solo in Italia, vuole capire, è che il ritorno dei foreign fighters dal punto di vista quantitativo non cambierà più di tanto in dipendenza della presunta sconfitta di Daesh in Iraq. Il problema vero è che finchè il terrorismo sarà inteso dai governi principalmente come una grande opportunità per imporre norme restrittive, fare propaganda e incrementare il volume di affari delle aziende interessate, la questione è destinata ad aggravarsi. All'indomani della conquista di Mosul accadrà quello che accade periodicamente dai tempi di Al Zarqawi dopo ogni fine apparente di conflitto in Iraq. Il governo iracheno userà i fondi ottenuti dagli alleati in maniera da soddisfare i propri piccoli interessi. La corruzione dilagherà. Ampie fasce desertiche e rurali verranno abbandonate a se stesse. In questo modo le minoranze etniche e religiose saranno alla mercè di quei nuclei residui di Daesh che scateneranno la guerriglia e degli stessi militari iracheni che sono soliti accanirsi contro di loro. In attesa di vedere come al Qaeda sfrutterà la situazione, in meno di cinque anni si formerà un nuovo soggetto terroristico stabile con caratteristiche proprie. E a proposito di al Qaeda, che tutti danno come più forte e pericolosa di prima, stiamo parlando sempre di una formazione potenzialmente molto insidiosa, almeno a giudicare dalle reazioni con le quali vengono accolti i proclami di al Zawahiri e Bin Laden junior. Ma finora non ha saputo mettere assieme granchè, al di là dei classici scenari da guerriglia globale che hanno causato un incremento negli invii di truppe Nato nelle zone ad alto rischio. E nemmeno ha messo a segno un attacco degno della sua tradizione su suolo occidentale. Quando si parla di al Qaeda si fa spesso confusione tra attualità e previsioni.
Si è ancora in tempo per fermarne le velleità e per bloccare il riformarsi di un grande gruppo erede di Daesh. Però ci vuole un piano che preveda innanzitutto un controllo molto stretto sull'operato di governo ed esercito iracheni.

Comunque Blengini è fantastico. Semplicemente perfetto per la mia saga.
In una sola parola. Genio.
C'è voluto un anno per vederlo.
Prossimo traguardo : un'immagine sorridente.
Pare dura ma nulla (o quasi) per me è impossibile.

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