venerdì 24 marzo 2017

داخل غرفة العملياتدا

Gestione molto accorta sia delle armi che dell'immagine.
In campo si sono visti mezzi che vanno al di là delle armi sequestrate nel corso delle precedenti battaglie. La Turchia, dopo lo sgarro russo di Afrin, ha rifornito il Free Syrian Army di assetti imponenti. I decessi in prima linea hanno visto protagonisti diversi comandanti. Sintomo del fatto questo, che le condizioni imposte dai ribelli ad alleati e finanziatori hanno prevalso. Niente mercenari o addestratori con ruolo predominante. Hayat Tahrir si serve adesso di una propria agenzia di stampa che ha adottato una grafica molto simile ad Amaq, ma la sostanza è nettamente differente. Non solo propaganda. Reportage in tempo reale da tutti i campi, tesi a dimostrare l'impegno e la strategia vincente. Per ribadire l'amalgama con la rivoluzione, vengono mostrate testimonianze dirette da parte di comandanti, soldati, inghimasi (prima del sacrificio) ma anche cittadini comuni. Lungimirante è stata la mossa di spiegare all'arrivo agli abitanti di Mardes, villaggio a maggioranza cristiana, che non c'era nessuna volontà di aggressione. Nel pomeriggio di oggi è tornato a farsi sentire Abu Jaber che ha rinnovato l'invito all'unità. Sono state infine distribuite nuove immagini del comandante al Julani leggermente dimagrito ma tranquillo.
Sheikh Tahan invece non si fa problemi in quanto a peso.

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