martedì 21 febbraio 2017

La tribù dei Jump the Stain

Oggi Stefano Sansonetti, nel corso di uno dei suoi viaggi nella fantastica galassia dell'Eni, ha dato notizia dell'esistenza di un altro membro della famiglia Saltalamacchia.
Si tratta del generale Aldo Saltalamacchia che è a capo della Security Eni Italia/Europa almeno dal 2015, secondo uno studio di cui risulta autore (Potere aereo 2.0 Saltalamacchia e altri ).
In precedenza aveva lavorato per Alitalia. Si trovano tracce della sua presenza nel 2012, quando Israele mise in black list un gruppo di attivisti italiani in partenza per Telaviv. Il dottor Saltalamacchia inviò una notifica ai passeggeri in questione, per spiegare che la compagnia aerea non li avrebbe imbarcati. Nel Febbraio del 2013, nel bel mezzo di una riorganizzazione aziendale, Colaninno lo mise a capo della security.
Non è molto semplice ricostruire il passato da carabiniere del fratello del comandante della legione Toscana. Gli archivi digitali delle testate giornalistiche vengono comunque in soccorso.
Nato a Roma nel 1959, lo troviamo capitano a Rimini nel 1991 quando a fine Aprile la uno bianca tese un agguato ad una pattuglia in uscita dalla caserma di Miramare. Per "miracolo" come sottolineò il capitano, non si verificò una tragedia simile a quella del Pilastro.
Attorno al 1993-94 Saltalamacchia lavorava alla Dia a Roma. Probabilmente è rimasto in zona visto che nel 2002, quando il colonnello Mario Parente comandava i carabinieri di Ostia, lui era alla guida del nucleo operativo. Successivamente invece, a Castello di Cisterna assieme al maggiore Cagnazzo e  alla mobile napoletana di Vittorio Pisani, era impegnato nella lotta alla camorra. L'unica foto reperibile risale a quel periodo (visita generale Siazzu 2006 ). Nel 2005 gli è stata conferita l'onorificenza di cavaliere della Repubblica.
E' molto più agevole invece, rintracciare il background quasi completo del colonnello Roberto Saltalamacchia. Anche lui è passato per Ostia. Al termine dell'incarico ad Arezzo sarebbe andato alla legione Lazio e fino allo scorso Ottobre risultava in servizio al comando del Senato.
Complessivamente i fratelli Saltalamacchia sarebbero cinque e tutti rigorosamente carabinieri. Difficile risalire agli altri due ma prima o poi indagherò.
Povero il mio Blengini.
Costretto a vivere sotto la minaccia dei Jump the Stain.

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