mercoledì 8 febbraio 2017

La Giordania cambia squadra

"During the talks, the Jordanian side came out with very interesting information: it informed about the situation in the south of Syria and commitment of opposition groups acting in southern provinces to join cessation of hostilities and their readiness to fight against international terrorist organizations, such as Islamic State and Jabhat al-Nusra, which are acting in the south of Syria,"tass

A dispetto delle rassicurazioni fatte dal primo ministro Mulki al popolo giordano nel corso di una recente intervista, l'economia è in caduta libera.
Sarebbero scesi gli investimenti arabi ma anche quelli occidentali.
In salita invece sono le tasse.
Una stabilizzazione dell'area siro-irachena permetterebbe di riaprire passaggi importanti per il commercio. E così tra un giro e l'altro dagli Stati Uniti alla Russia, sua maestà Abdullah è passato da "Assad must go" all'alleanza con il circolo della soluzione politica.
La Giordania è da sempre impegnata nei raid contro Daesh e al tempo stesso finanziava i ribelli assieme agli stati del Golfo. Ma ha una popolazione immensa e flussi di profughi sempre più difficili da gestire. La disponibilità di sua maestà però, di certo incrementerà i malumori interni che al di là dell'emergenza terroristica del momento, sono il vero problema della Giordania.

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