mercoledì 21 dicembre 2016

Prima che cambi luna e che sia primavera

Blengini sbuffò di nuovo.
Il segreto per sopravvivere alle intemperie che caratterizzano la vita di un agente segreto italiano è di valorizzare sempre l’aspetto positivo delle tragedie. E il lato positivo delle dimissioni di Matteo era che ormai tutto quello che faceva o diceva non interessava più a nessuno. Non che prima la sua vita fosse alla base degli interessi degli italiani, ma i media amavano giocarci.


Quando andò in un pastificio in Campania si fece fotografare con i dipendenti ed elogiò i prodotti dell’azienda. Il giorno appresso le vendite crollarono. Si riuscì a oscurare la notizia ma rimaneva il problema del danno economico. Il sottosegretario Minniti s’inventò uno stanziamento speciale di un milione di euro per il fabbisogno alimentare dei servizi segreti. In buona sostanza il Dis comprò quintali di pasta e li distribuì tra i suoi dipendenti. La pasta andò un po’ in tutto il mondo. A informatori, mediatori, servizi amici. Quelli della Cia ogni tanto si affacciavano in ufficio e con il solito sorrisetto malefico gridavano: no pizza today? Ne avevano distribuito anche ai dipendenti di Palazzo Chigi. Lui in persona aveva portato uno scatolone a Rizzi e Zupo. Gli era corso incontro il pastore tedesco di Rizzi. Nemmeno le donne dell’Aisi che gli facevano la corte gli si erano attaccate al polpaccio con tanta veemenza. Infatti, era una femmina. Se la tirava più del padrone. Tanto per cambiare il romagnolo dell’Aise si era lamentato. Lui mangiava solo tortellini. E si vedeva.

Adesso che non era più presidente del consiglio, la Bauli non avrebbe subito danni. Si poteva comunque utilizzare il pandoro per sistemare il pasticcio dell’Agnese. Avrebbe fatto firmare al malcapitato una dichiarazione in cui affermava che era stato lui a schiantarsi sotto l’auto dell’ex - first lady. Qualche pandoro in regalo sarebbe bastato. Ai tempi del governo invece, il prime puppy e la moglie si sarebbero dovuti recare a casa del poverino di turno con tanto di fotografo ufficiale e pingue portavoce al seguito e gli avrebbero portato in dono una torta fatta dalla nonna di Matteo. Il nuovo presidente del consiglio era meno problematico. A nessuno interessava sapere cosa c'era nel piatto di un nobile che viveva in un palazzo chiamato con il cognome di famiglia.

Non aveva mai pensato a far prendere un cane ai figli di Matteo. Forse avrebbe portato qualche voto in più. O anche un po’ sfiga, come nel caso di Obama.



Blengini sospirò. Non vedeva l’ora di tornarsene nella sua Versilia a fare jogging sulla spiaggia e a giocare alla playstation con la nonna di Matteo.

Per la patria.
E alla faccia di quel rosicone del direttore dell’Aise.



Foto agenzie, Vittorio Rizzi, Sara Frangini,Barbara Ceragioli

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