Diceva Antonello Caporale, che Renzi ha trascinato l’Italia in una specie di guerra civile. In realtà la dialettica, spesso da bar del presidente del consiglio, si scontra con quella dei suoi avversari politici. Al di là delle schermaglie sui social, non ha influenzato più di tanto, umori e comportamenti della popolazione italiana.
Chi invece, avendo accesso diretto o tramite i suoi rappresentanti sul territorio, spesso aizza più o meno consapevolmente gli animi della gente, è il ministro dell’interno.
Il ministro che sfodera la sua appartenenza cristiana per esaltare le vite salvate in mare, ma risponde infastidito con un “per il trattato stato-chiesa ci sono voluti anni”, quando il rappresentante dei musulmani gli chiede di mettere mano finalmente ad una intesa, non tanto per minacciarlo, ma proprio per scongiurare atmosfere troppo infuocate e rendere più armoniosa l’Italia che dovrebbe essere patria di tutti gli aventi diritto. Se i migranti salvati vengono poi accolti con i forconi, ciò accade perché i prefetti preparano poco e male i sindaci che continuano a percepire Roma come un nemico. E questo non è solo un problema per le amministrazioni del settentrione. L’articoletto creato ad arte, sulla requisizione delle case in Abruzzo, è stata la ciliegina sulla torta. Abbiamo visto Questori in conferenza stampa, mostrare armi rudimentali come provenissero da scenari di guerra. Piazze di studenti e famiglie trasformate in arene degli anni settanta. Manca solo l’apertura delle carceri di assadiana memoria, e poi magari l’intervento della Kuznetzov.
Non è tanto chiaro a chi torni utile un’Italia siffatta. Ma alla fine è il ministero che deve risponderne. E non basta sbandierare i numeri o i soldati in più. Ci vogliono i fatti. Una politica basata sul dialogo.
Renzi non è disposto a rimanere con un governicchio. Ma perché, pare governo questo ? Un ministro che un giorno sì e uno no, è orgogliosa dei carabinieri inviati in Iraq. Guai a fare presente all’alleato americano che i nostri carabinieri avrebbero potuto essere impiegati in compiti più utili, che quello di addestrare un esercito di allegre comari, se solo loro tenessero d’occhio in che modo vengono usati i quattrini distribuiti ai governi fantoccio. Forse avremmo perso la commessa della Trevi. Avremmo ? Avrebbero.
Un altro ministro sembrerebbe non avere controllo nemmeno sulle immagini usate per le campagne di sensibilizzazione. E come se non bastasse, andiamo a mettere assieme governi per altri Paesi.
Questo e tanto altro non funziona in un Paese che merita di più dal proprio governo. Ormai la riforma è diventata questione secondaria.
Qualsiasi risultato venga fuori la notte del quattro Dicembre, l'Italia sarà ancora più divisa e in guerra con se stessa. Non basta un semplice appello affinchè si abbassino i toni. Lo tengano presente il presidente della Repubblica e il governo che verrà.
Nessun commento:
Posta un commento