domenica 27 novembre 2016

Spiegazioni

I genitori, originari di Napoli, non si spiegano la conversione ma, in ogni caso, hanno deciso di non lasciar solo il proprio figlio in questo momento importante, anzi lo seguono con maggior attenzione e così fanno anche i paesani che hanno assunto un atteggiamento protettivo nei suoi confronti, evitando di alzare polveroni inutili ma dannosi per la sicurezza psico-fisica del ragazzo. libero

In Campania, e in particolare a Napoli, Digos e Aisi sono molto loquaci.
Purtroppo si ritrovano come interlocutore quella stampa di provincia che conosce poco certi fenomeni e ha a cuore le strumentalizzazioni utili ad un certo tipo di referente politico. Quindi storie come questa, alla fine creano comunque un polverone. Non mi pare che dai dettagli disponibili si possa parlare per il momento di terrorismo, ma vi sono in questa vicenda diversi aspetti che concorrono allo sviluppo del fenomeno criminale moderno. Il mondo degli adolescenti, il modo di relazionarsi tra loro e con gli adulti, la rete, le varie piattaforme social e la religione. Ci sono un paio di punti in questa storia da chiarire.

Mi pare che questa vicenda, e anche il profilo del ragazzino, sia molto simile a quella del ventiquattrenne salernitano che avrebbe destato preoccupazione in famiglia tanto da spingerli a rivolgersi ai carabinieri circa un anno fa.
Quello che molto probabilmente è accaduto, visto che il ragazzino non sembrerebbe legato a cellule eversive nè ha evidentemente tentato di propagandare ideologie violente, è che la polizia o i servizi hanno rilevato la sua presenza in qualche forum caratterizzato da una componente salafita marcata, e hanno voluto approfondire la conoscenza della storia e della personalità del soggetto. Oltre al monitoraggio dei forum di discussione effettuato da Digos e polizia postale, anche le due agenzie di intelligence sono presenti con dei loro ganci in ambiente virtuale. Solitamente immigrati o seconde generazioni che consentono un approccio migliore e un contatto più duraturo. Ormai è difficile che ciò che nasce in rete sfugga agli apparati di sicurezza, visto che i luoghi di ritrovo e le figure di riferimento sia a livello locale che internazionale, sono più o meno le stesse. Il fatto che polizia si sia recata a scuola, rendendo così nota la questione agli insegnanti, può voler significare che il ragazzo non è capitato in mezzo a circoli pericolosi altrimenti l'intera indagine, se ce n'è una in corso, sarebbe ormai bruciata.
L'attività di da'wa (invito all'Islam) è da sempre un dovere per il musulmano. Non significa convertire le persone, ma semplicemte spiegare cosa è l'Islam. E di questi tempi, in cui la religione è facilmente associata alla violenza, torna di certo utile un pò a tutti. Proporre la conoscenza della diversità, nel pieno rispetto delle regole altrui e della disponibilità all'ascolto, è di per se un arricchimento. Se una volta la da'wa era svolta prevalentemente in strada o in convegni e riunioni, adesso è passata in rete. Dai dati a disposizione sulla vicenda specifica, è sbagliato parlare di reclutamento.
Ci sono stati evidentemente contatti.
Da parecchio tempo ormai, i forum di discussione che aderiscono ad interpretazioni rigide, concedono l'ingresso ad un numero ristretto di persone. Più che occulti, sono password protected.
Non necessariamente ciò è dovuto ad attività di tipo radicale. Ci si vuole cautelare da presenze indesiderate. Non solo quelle degli agenti sotto copertura, ma anche degli stessi estremisti e di disturbatori di professione a libro paga dei vari Horowitz e Spencer. Gli amici degli amici di Trump.

Non è strano che un ragazzo così giovane sia arrivato all'Islam e anche attraverso certi forum. La rete è il rifugio preferito dai giovani. A parte il pericolo di deriva estremista, nei forum dedicati si trova il materiale di interesse specifico. Testi di riferimento (Corano, detti del profeta, storia) commentati sia in arabo che in inglese. Non è neppure strano che, a quanto è dato capire dal resoconto stampa, abbia intrapreso il suo percorso con estremo rigore, il che ha di sicuro spiazzato famiglia e amici. In un Paese come il nostro, ma soprattutto nel profondo Sud, un ragazzo così giovane che si rifiuta di bere alcool e mangiare maiale, e magari sfugge a certi comportamenti molto al limite dell'educazione, mette subito in allarme. Anche e soprattutto per il fatto che i media di proposito tendono a creare confusione tra Islam e terrorismo.
Spero che trovi un clima positivo all'interno dell'ambiente in cui sta crescendo. Il percorso di un convertito non è mai facile.  Che Allah lo guidi e lo protegga dalle piccole e grandi sofferenze che inevitabilmente la vita del convertito riserva e che sono comunque un dono dell'Altissimo dal quale trarre forza e giovamento.
 

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