martedì 8 novembre 2016

Profumo di bomba

"Blink - ha spiegato Vittorio Rizzi, direttore Centrale Anticrimine – è l'attimo che intercorre nel movimento del battito di ciglia e il progetto si propone di sensibilizzare gli agenti sull'importanza di cogliere l'attimo giusto nell'analisi dell'atteggiamento di un criminale e al tempo stesso l'esigenza del poliziotto di svolgere con assoluta lucidità la propria attività operativa attimo dopo attimo”.
il piccolo

Nei giorni in cui si paventava l’ipotesi di sanzioni alla Russia nella speranza di salvare qualche centinaio di vite umane e forse anche più, Angelo Tofalo twittava imperterrito che non si poteva rinunciare all’apporto dato dalla Russia alla lotta al terrorismo.
Il pollo perfetto per l’ala filorussa dei nostri servizi.

Standex è sicuramente un programma di studi e scambi importanti. Ma soprattutto è uno di quegli artifizi creati ad hoc dalla Nato per cercare di tenere sotto controllo, o per lo meno a tiro, Paesi ribelli come Russia e Turchia. E la Russia sta al gioco, usandolo per i suoi piccoli ricatti. A ogni scintilla ucraina, minaccia di lasciare quello ed altri accordi. Per essere convincente può anche arrivare ad imbastire un attentato. Per l’Fsb procurarsi un paio di ceceni carichi di esplosivi, è facile come portare in piazza qui da noi un po’ di studenti arrabbiati per fare gazzarra.
Di per se Standex non ha portato nulla di nuovo sul tavolo della scienza e nemmeno costa tanto. Circa sei milioni suddivisi tra i Paesi aderenti. Come spiegato nel 2013, quando prese avvio ufficialmente dopo vari anni di studio, è un sistema che rileva anomalie molecolari attraverso scanner a microonde. All’epoca si mise molta enfasi sul fatto che si trattava di una novità appena testata. In realtà con molta probabilità Paesi come il Libano e Israele la stanno già usando da tempo, ma se ne parla solo in contesti ristretti per non dare un vantaggio ai tecnici dei gruppi eversivi e anche per distribuire il business generato, in maniera controllata, ad aziende privilegiate. Sotto questo punto di vista, un ex capo di polizia come De Gennaro, che si è dato da fare in vari ruoli e settori, e bazzica bene la politica, torna sempre utile e vale decisamente lo stipendio percepito.

In ottica di polizia, di certo Standex costituisce uno strumento importante, e l’addestramento del personale, quindi non solo dei reparti specializzati, che gli fa in un certo senso da compendio, può fornire un mezzo per ampliare ed evolvere le capacità di intervento degli agenti. Un passo dal quale, le forze dell’ordine trarranno grandi benefici. Al di là delle polemiche strumentali degli ultimi giorni sul rapporto di Amnesty, è indubbio che la nostra polizia ha bisogno di un avanzamento culturale, oltre che di elevare gli standard di addestramento. Una volta messi in grado di entrare in azione in modo puntuale e specifico, i poliziotti potranno anche cambiare atteggiamento e maturare sotto il profilo umano. L’incertezza in cui spesso si trovano ad operare, è sicuramente causa primaria di comportamenti poco civili. Poi bisogna certo selezionarli in modo più rigoroso e fornirgli un bagaglio culturale all’avanguardia. Ci vorrà un po’ di tempo prima che i meccanismi loro trasmessi vengano assorbiti e al momento non c’è molto tempo a disposizione.
Dalle osservazioni primaverili di Lamberto Giannini circa l’allarme rosso e fino alle ultime inchieste, credo che il direttore della polizia di prevenzione possa trovarsi d’accordo sul fatto che siamo ormai agli sgoccioli. Tenendo presente le vicende emerse durante le indagini chiuse ed in corso e con un occhio agli umori sui social, nel giro di qualche mese potrebbe verificarsi almeno un attentato ad opera di un lupo solitario. La situazione medio-orientale e le politiche italiane, nonché l’atteggiamento freddo del governo nei confronti di musulmani e immigrati, e tutti gli attacchi dei giornali di destra, peggiorano la percezione e non favoriscono il sentimento di appartenenza alla nazione, da parte delle seconde generazioni e dei convertiti in particolare. Le stesse forze dell’ordine e la magistratura non sono di molto aiuto. Qualche giorno fa abbiamo saputo del kosovaro che istigava il proprio figlio alla jihad. Ieri l’avvocato ha riferito che poche erano le accuse sostenute da prove incluse nell’ordine di incriminazione rispetto a quanto detto in conferenza stampa. Resoconto che favorisce la sensazione che alberga un po’ in tutti i musulmani, che ci sia in atto una vera e propria caccia alle streghe. Qualora non si riesca a partire per le zone di guerra, prevarrà la tentazione di mettere in atto un gesto eclatante. Sotto questo punto di vista, bisogna tenere presente i profili delle due grandi compagini terroristiche alle quali molti, anche qui in Italia si rifanno, al Qaeda e Daesh. La prima è orientata principalmente verso obiettivi istituzionali che richiedono un buon livello di preparazione ed organizzazione per essere attaccati, mentre la seconda si serve di manovalanza varia e di azioni imprevedibili e spettacolari senza preferenze particolari. In entrambi i casi il luogo affollato è un target primario.
Di questa iniziativa rivolta al personale di polizia, c’è infine l’aspetto mediatico. I prefetti Gabrielli e Rizzi sono ormai diventati un sostegno importante per Renzi. Il capo della polizia è molto abile a tenere alta la tensione provocata dal pericolo terrorismo senza eccedere più di tanto. La presentazione del progetto in piena bagarre referendaria, costituisce sicuramente una mossa lungimirante per attrarre attenzione e preferenze sia dei cittadini che dei poliziotti.

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