sabato 12 novembre 2016

Con il pensiero a Washington

Blengini bevve l’ultimo sorso di camomilla.
Non aveva fatto molto effetto.

In mattinata dalla macchina presidenziale in viaggio verso l’Abruzzo la scorta gli aveva inviato un messaggio. Matteo aveva provato a chiamare Trump per congratularsi, ma non c’era stato nulla da fare. Lui era tra quelli in lista nera. La segretaria non glielo aveva passato. Allora il giovane premier, dopo aver letto che Briatore gli aveva mandato un sms e un paio di bottiglie di vino, aveva avuto un’illuminazione. Ambasciatore a Washington.

Blengini non era sorpreso . Ormai Matteo era un libro aperto per lui. Un pozzo di intuizioni ed idee in fermento. Ma quella pensata non lo entusiasmava. Nei mesi passati aveva già avuto grattacapi con questioni diplomatiche. L’Ambasciatore nominato da Netanyahu era poco gradito all’establishment. Una donna che divideva. Finchè si limitava a scrivere su quel tipo di giornali, si poteva anche tollerare. Ma averla in un ruolo impegnativo, era una mossa inopportuna. Fu così che, con la grazia che lo contraddistingueva e lo aveva reso famoso nell’agenzia, fece presente la faccenda al capocentro del Giappone appena designato. Questione di parentela. Quello che si era fatto benvolere quando era entrato nei servizi. Così scrissero i giornali. Ma perchè, noi altri forse ci facciamo volere male ? Pensò quasi ad alta voce. Dovette faticare un po’, ma alla fine centrò l’obiettivo.

Briatore a Washington non lo vedeva molto bene. Feste, trenini, modelle. Pensò al suo collega della Digos di Torino. Il poverino che si era beccato pure una bomba carta alla gamba oltre agli insulti dei notav. Lo avevano mandato a Washington anche per cambiare aria. Le feste di Briatore non gli sarebbero piaciute. Gli uomini del –gos sono sobri. E poi non avrebbero fatto una bella figura con lo stile del cuneese. Non in ambasciata almeno.
A Blengini serviva un’idea. Gli venne in mente che qualche settimana prima Briatore aveva riscosso successo in Puglia nel corso della presentazione di un suo nuovo locale. In sintesi aveva detto che i pugliesi amano i soldi facili. Senza costruire o organizzarsi. Da loro al massimo si trova la pensione zia Maria. I pugliesi avevano reagito bene a quelle osservazioni. Albano lo aveva invitato nella sua tenuta. Briatore era candidabile alla presidenza della regione.
Quel Michele Emiliano dava fastidio. Lui e la fidanzata portavoce. Sempre contro il governo. Beccavano i finanziamenti, ma facevano le barricate contro Matteo. Loro e il sindaco di Napoli. Briatore in Puglia era la soluzione a tutti i problemi.

Blengini sorrise e per una volta concluse la giornata senza sospirare.
Si sentiva felice quando lo stratega che era in lui risolveva i problemi in un battibaleno.
Time to go home.

Un altro messaggio.
La bandiera.
E anche la lettera.
No. Tutto rimandato al fine settimana.
Time to go home.

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