sabato 12 novembre 2016

L'opposizione all'amatriciana e la disponibilità del generale Ibrahim

As of July 2015, Abdallah al-Muhaysini served as al-Nusrah Front’s religious advisor and represented al-Nusrah Front in an Idlib Province, Syria, military operations room. He has been involved in recruiting fighters to join al-Nusrah Front and helping to form a new al-Nusrah Front “state” in northern Syria. In April 2016, Muhaysini launched a campaign to recruit 3,000 child and teenage soldiers across northern Syria for al-Nusrah Front.

Zayniyah was also responsible for al-Nusrah Front’s abduction of a group of Christian nuns in Ma'alula, Damascus Province, Syria. As of mid-2015, Zayniyah had established himself as an intermediary for the negotiations over hostages, including 16 Lebanese soldiers, held by al-Nusrah Front. treasury.gov

L’aspirante governo siriano fa gli auguri a Trump.
Sarebbe da provare uno swap con quello libico.

Nel corso della conferenza stampa dopo il rilascio delle suore, a chi gli chiedeva se quella trattativa svolta in un clima favorevole, potesse avere un seguito sotto forma di dialogo con al Nusra, il direttore dell'intelligence libanese rispose che, essendoci le condizioni adatte in quel momento, lui era disponibile nella sua veste istituzionale, a qualsiasi tipo di collaborazione da sviluppare nel pieno rispetto delle leggi dello stato.
Le designazioni del dipartimento americano, per quanto legittime e circostanziate, rispondono comunque alle esigenze degli interlocutori di riferimento degli americani. Nel caso di Anas el Abboubi ad esempio, pur essendoci la necessità oggettiva di fermarlo ovunque si trovi, non sarebbe sbagliato ipotizzare che qualche funzionario italiano volenteroso e determinato, in vista della campagna referendaria, abbia chiesto di accelerare i tempi della sua inclusione nella lista.
La vicenda delle suore di Maaloula venne risolta in poco tempo e dopo che, per qualche mese i soliti strani personaggi che bazzicano questi scenari, avevano più che altro generato confusione. L’uccisione del rapitore nella battaglia di Qalamoun complicò la cose. Ad un certo punto il generale Abbas Ibrahim prese il comando della situazione assieme alla controparte del Qatar, e con la collaborazione di alti funzionari del Qatar e libanesi, con molta pazienza riuscì a portare a casa un accordo . Nel giro di quattro mesi le suore tornarono libere . Ufficialmente oggetto di scambio furono qualche centinaio di prigionieri nelle carceri siriane e libanesi, e vari carichi di medicinali. Ufficiosamente il Qatar tirò fuori di tasca propria svariati milioni di dollari. Quello che mise probabilmente di buon umore il generale Ibrahim e che lo faceva ben sperare nella risoluzione di altre questioni, furono i modi gentili con i quali le suore vennero trattate, in linea con le interpretazioni seguite da al Nusra che prevede il rispetto delle minoranze religiose, e il fatto che le trattative, a parte la furbata finale dell’aggiunta di qualche nome alla lista di prigionieri alla quale lui comunque non si piegò, si svolsero in maniera abbastanza lineare. Un’operazione necessaria, ma poco gradita agli Stati Uniti in quanto avrebbe potuto costituire un precedente pericoloso. Lo scambio dei soldati si svolse in maniera più laboriosa, ma andò a buon fine e vide al solito come protagonisti principali alcuni esponenti del governo del Qatar.
L'aver ribadito, nel testo della designazione, che nonostante il cambio di nome le attività di Jabhat rimangono di stampo qaedista, e la sottolineatura di determinate vicende nelle designazioni, vuole essere un messaggio anche al Libano e al Qatar, spesso impegnati in questo tipo di missioni.

Al Mhaisni non è mai risultato appartenente ad al Nusra o ai vertici anche se, qualche giovane professore associato di quelli affiliati a determinati think tank, in attesa di andare a libro paga a tempo indeterminato, lo accredita come tale. Giovane molto devoto che memorizzò il Corano con tutte le regole legate alla recitazione conoscendo anche l’esegesi all’età di quindici anni, si laureò brillantemente in studi religiosi con tanto di master e Phd e in piena rivoluzione partì per la Siria. Lì fondò un suo gruppo, ma soprattutto si dedicò a proselitismo e raccolta fondi, istituendo anche un campo di addestramento che prende il nome dal famigerato Farouk camp in Afghanistan. Come notò Umar al Shishani in un discorso feroce dedicato al giovanottone in carne saudita, al Mhaisni, oltre ai selfie, ha la passione per le mediazioni. Taglia e cuce relazioni tra i gruppi, fingendo preoccupazione per l’unità e il rafforzamento, e poi all’improvviso fa fuori quelli che trova scomodi. Al Mhaisni in comune con Bin Laden ha solo il passaporto e l’attività di famiglia, nell’edilizia dicono. Uno che non ha legami con il passato zarqawiano dei gruppi storici che combattono in Siria, deve sgomitare come può. Di certo è in ottimi rapporti con Nusra-Jabhat e li ha aiutati a finanziarsi e a stringere alleanze, ma non ne è mai stato guida spirituale visto che il suo è un orientamento troppo radicale, e al Julani si è sempre affidato per quel ruolo, che prevede anche quello di giudice, a comandanti di provenienza giordana o siriana. Gente cioè che ha alle spalle anni di preparazione militare e può assicurare canali di reclutamento proficui. L’accento posto dal tesoro americano sull’affiliazione di al Mhaisni, è stato sicuramente richiesto dal ministro dell’interno saudita. I messaggi video giornalieri del giovane imam, specie quelli in cui accompagna verso la morte i martiri, hanno un forte impatto in Arabia Saudita e danno anche molto fastidio all’establishment religioso. Rendono difficile il traghettamento dei giovani verso posizioni moderate.

Questo irrigidimento di Obama a ridosso della fase di transizione è una conferma delle sue politiche, ma anche del fatto che non ha mai capito il medio-oriente. Ha subito l’ingerenza saudita senza accoglierne i consigli. E’ stato risucchiato da rivalità e personalismi di Cia e Pentagono e non ha approfondito personalmente le problematiche. I tanto celebrati addestramenti dei nostri carabinieri in Iraq sono il risultato di anni in cui i vertici del governo iracheno ricevevano milioni a palate senza che nessuno controllasse come venivano usati. Un giorno si scoprì che l’esercito iracheno era composto da un’allegra brigata di signori con la pancia. Nel frattempo erano nati i vari AQI, ISI, ISIL, ISIS.

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