domenica 30 ottobre 2016

Personality

Al contrario di al Baghdadi, che ne è quasi ossessionato, Al Julani non punta molto sull'immagine o sulla propaganda.
Oltre ad una sostanziale differenza di impostazione, Jabhat Fath sembra essere poco organizzata per quanto riguarda la comunicazione e la presenza sui media. Il focus esclusivo sulla Siria, e la composizione prettamente medio-orientale del gruppo, hanno fatto sì che finora non si sia presentata l'esigenza di andare oltre l'intervista o un intervento audio-video. Nusra/Jabhat non è rimasta ai tempi in cui bin Laden mandava lettere ai suoi, tramite corrieri in viaggio per settimane, però nemmeno si è prodotta in esibizioni del tipo di quelle delle immagini post-mortem di Lo Porto, sapientemente sfruttate da al Zawahiri.
Al Julani ha mostrato la lungimiranza che gli è propria, quando si tirò fuori, senza nemmeno pensarci due volte e comunicando in maniera ufficiale la sua estraneità ai fatti, dal rapimento delle due ragazze italiane. Poteva intervenire come mediatore, ma sapeva che i soldi non valevano la complicazione. All'epoca i gruppi che se le litigavano erano lontani tra loro e soprattutto da al Nusra, che fungeva più da marchio o ombrello di necessità. Ficcarsi in una lotta tra rubagalline per qualche milione o chilo di esplosivo in più, non valeva la pena
Il fenomeno al quale Abu Mohammad non potrà sottrarsi per molto tempo, è quello del culto della personalità. Chi lo ha conosciuto ai tempi in cui non aveva ancora deciso di impegnarsi nella lotta di liberazione dell'Iraq, lo ricorda al mercato che aiutava il fratello, senza dare troppa confidenza e soprattutto parlando poco. Non era particolarmente religioso nè amava essere sotto i riflettori.
Al Julani è molto carismatico a dispetto, o forse proprio grazie al suo essere introverso e riflessivo.
Parla e agisce al momento giusto. Ha un modo di porsi molto siriano.
La leggenda che gli appartiene, lo precede.
La storia della nottata tribolata è abbastanza credibile. Più che preoccupato, da perfezionista quale è, era "concerned" che il piano studiato venisse implementato in maniera ottimale.
Per il resto di sicuro, come fa tutte le notti, non avrà dimenticato la cintura esplosiva a portata di mano e la pistola sotto il cuscino.
La madre di tutte le battaglie è uno snodo chiave per il futuro siriano.
Se si facesse un sondaggio tra la popolazione, molte preferenze andrebbero a lui piuttosto che a qualcuno dell'opposizione. Si giustifica così la ritrosia ad andare a trattative dirette, oltre al fatto ovviamente che è ben conscio che dovrà prima o poi scendere a compromessi pesanti. Ma se è sincero come sembra, nel rivendicare il suo pacifico distacco da al Qaeda, allora dovrebbe esserlo a maggior ragione nell'aver compreso che essere eternamente in guerra non porta risultati.
E a lui interessa un solo risultato. La Siria libera dalla dittatura e dare al suo popolo il governo e la vita che chiede..
Al momento però, deve risolvere il problema degli uomini.
Ne ha troppo pochi per sbloccare Aleppo e conquistarla.
Vedremo cosa si inventerà.

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