domenica 23 ottobre 2016

Informazioni garbate

Il trafficante mi spiega che era in un’altra Neapolis, quella libica, la romana Leptis Magna. Con Cirene e Sabrata sono i luoghi di provenienza di tutti tesori che mi mostrerà. Luoghi che jihadisti controllano o hanno controllato. Ma, rifletto, anche gli islamisti «moderati» di Misurata, quelli legati ai Fratelli Musulmani a cui sembra riconosciamo un ruolo di alleati affidabili nella lotta ai cattivi del Califfato.

Che mi propongono una pista che porta a un burattinaio ancor più sconcertante: il traffico dei reperti sarebbe in realtà diretto dai Servizi russi, eredi del Kgb. Un altro indizio che si legherebbe, nell’organigramma del crimine, a quelli dei ceceni e degli uzbechi di cui ci sono prove siano passati per campi di addestramento russi, diventati poi comandanti di formazioni jihadiste. O la presenza tra i fondatori dell’Isis di alti ufficiali del dissolto esercito di Saddam Hussein addestrati dai sovietici. Quirico La Stampa

Il mese scorso il National Archives ha reso pubblica (scaricabile dal sito internet), gran parte della documentazione relativa ai servizi resi a sua maestà da Juan Pujol Garcia, uno dei più grandi doppiogiochisti della storia dell'intelligence.
Un personaggio fuori dagli schemi classici dell'agente segreto scelto per selezione e poi addestrato.
Pujol era piuttosto simile a certi soggetti di sismica memoria.

Sembianze da uomo qualunque, felicemente sposato, direttore d'albergo.
Un tipo anonimo e senza particolari talenti, ma intraprendente.
Si sapeva gestire da solo, come annotarono soddisfatti i suoi esaminatori dell'MI5 dopo il primo incontro. Molto determinato ed ideologicamente motivato a scongiurare un governo autoritario di stampo nazista, alla fine della guerra civile mandò sua moglie all'Ambasciata inglese di Madrid per proporsi come spia. Gli sarebbe piaciuto trasferirsi in Inghilterra o anche in Italia. Ovviamente l'offerta fu rigettata. I funzionari non vedevano l'esigenza di servirsi di un soggetto senza arte né parte. Ma Pujol non si arrese e trovò un'altra maniera di mettersi al servizio degli inglesi.
Approcciò i tedeschi. Si finse funzionario spagnolo in servizio in Inghilterra e dopo avergli raccontato un paio di storie su traffici di cui lui sapeva, venne reclutato.
Fece tutto ciò senza conoscere una parola di inglese, falsificando un passaporto diplomatico spagnolo in quel di Lisbona e costruendo una rete fittizia di agenti da lui guidati. I suoi report venivano fuori da informazioni tratte da guide turistiche e giornali. Arabel, nome in codice che i tedeschi gli diedero, divenne l'incubo degli inglesi che intercettandone i messaggi finemente scritti con inchiostro invisibile, lo approcciarono e ne fecero un loro agente. Il capolavoro di Garbo fu lo sbarco di Normandia. Fece credere che sarebbe avvenuto a Pas de Calais. Le notizie che passava erano verosimili Muoveva truppe e fanti in maniera virtuale e i tedeschi nemmeno verificavano le informazioni veicolate . La prima impressione per loro fu più che sufficiente.
Le notizie ricevute erano quelle che volevano sentirsi dire. Gli diedero anche una medaglia.
Pujol fu insignito, a pochi mesi di distanza l'una dall'altra, delle massime onorificenze inglese e tedesca.

Conosco bene i misteri calabresi dopo aver seguito un po' tutte le vicende note, dalla Laura C alle disgrazie di Cisterna. So come si muovono da quelle parti e oltre, sia le forze dell'ordine che gli angeli dei segreti. Sul momento nemmeno mi sono letta l'articolo. Mi sono divertita a seguire le reazioni del ministro e del procuratore rimasti a bocca aperta come se fosse stata emessa una sentenza di tribunale. Poi oggi per diletto ho passato in rassegna l'articolo e l'ho trovato superbo.
Dice quello che certa gente in Italia vuole sentirsi dire.

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