sabato 29 ottobre 2016

Aiutiamolo a casa sua

Un Renzi in versione Salvini incravattato e di sinistra.

Mezzo discorso passato ad elogiare Obama e Michelle mentre denigrava Trump. Protagonisti dell’altra metà, la Sicilia e Matteo Messina Denaro.

Più che di un comizio, pareva trattarsi del pacchetto di scambio al termine di una discussione tra delegazioni presidenziali. La cattura di un latitante o l'uccisione di un ricercato per terrorismo internazionale, in cambio del voto degli italo-americani.
In mezzo magari anche l'idea di un partito democratico transnazionale.
L'endorsement dell'Ambasciatore americano era un semplice specchietto per le allodole.

Per il resto abbiamo assistito al solito monologo spettacolo.
Quello del Renzi che salva i bambini nel Mediterraneo e vuole portare il barcone assassino a Bruxelles, dimenticandosi però di quanti bimbi sono rimasti uccisi a causa della sua opposizione alle sanzioni, e che continua a vantarsi degli effetti del jobs act, non avendo evidentemente mai passato un pomeriggio ad inviare il curriculum a centinaia di indirizzi email.
C'era anche il Renzi populista, in rigoroso stile radical chic, che apostrofava il presidente ungherese con un "si sciacqui la bocca prima di parlare dell'Italia".
E quello al solito maleducato, che si lamenta delle critiche, definendole insulti di persone che hanno una brutta vita.

No, caro presidente. Non siamo così sprezzanti come lei.
Alla vita amara in fondo ci abbiamo fatto anche l'abitudine.
Scoccia vedere il primo bamboccione in gita a Roma, darsi arie da salvatore della patria per il solo fatto di avere avuto opportunità che a noi sono negate.

Blengì ti do un consiglio, che mi stai anche simpatico.
Sarai già amico di Cia e Fbi immagino.
Fatti trasferire in Sicilia fino a Natale, sennò il generale Jump the Stain piazza la zampata.
W/a salam.

Foto Matteo Renzi Twitter

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