domenica 11 settembre 2016

S'abbenedica

“His narrative is a positive one for the FBI,” said Aaronson. “It’s this idea that people are radicalized but can be de-radicalized, and that for god and country, people who see the light can work as FBI informants and turn their lives around for the better.”alternet

Quando ero ragazzina, c'era Tommaso Buscetta a fare da icona per i futuri pentiti.
Non erano ancora i tempi di internet, ma quelli in cui la famiglia alla sera si radunava attorno alla televisione. C'erano poche alternative alla Rai.
Onnipresente era questo omone che non si capiva nemmeno quando parlava.
Suonava come una lingua strana la sua, più che straniera.
Almeno per noi che non avevamo messo ancora il naso fuori di casa.
Al telegiornale e nei programmi di approfondimento. Sempre presente.
Raccontava cose. Era una sorta di eroe . Di quelli che risorgono dalle ceneri con un'aureola sul capo. Poi i pentiti divennero all'ordine del giorno.
Uno si autoaccusa di un pò di omicidi. Racconta cose e viene protetto e campato dallo stato.
Lui e la sua famiglia. Così abbiamo capito il pentitismo, noi che campavamo di televisione prima e di Feisbuk dopo. Se così non è, poco importa.

A bocce ferme, la riflessione di Alternet pare essere abbastanza azzeccata.
Personaggi come Morton possono costituire la chiave di svolta nella lotta al terrorismo moderno.
Va da se che c'era bisogno di montare l'evento e Vidino e la Callimachi erano i soggetti più adatti a partecipare al gioco. Il Times spesso attrezza storie fatte da spifferi giunti dai federali.
E il programma diretto da Lorenzo Vidino ha bisogno di fondi e spettacolarizzazione per sopravvivere. Vedremo come evolve. Speriamo non come il pentitismo italiano.

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