domenica 11 settembre 2016

9 11 Libero di correre come una rondine nel cielo

L'undici Settembre mi convinse a pronunciare la professione di fede, dal momento che una tragedia non può che mettere in evidenza l'urgenza di fare le cose importanti prima che sia troppo tardi. Il post 9 11 mi spinse a lasciare l'Italia.
Il clima d'odio, nei confronti dei musulmani piuttosto che contro al Qaeda, creato da certi apparati governativi o presunti tali, era divenuto insopportabile. Una volta tornata, ho dovuto constatare con amarezza che le cose sono anche peggiorate. C'è gente che, oggi più di prima, campa letteralmente su quell'odio.

Quello che questo governo fa finta di non capire, è che le radici dell'odio stanno su più fronti. Non è che il terrorismo finirà puntando il dito contro i musulmani o cacciando solo quelli cattivi. C'è gente che fingendo attaccamento all'Italia o impegno contro il terrorismo, e stravolgendo i valori che sono propri della nostra cultura e tradizione, tiene accese le fiamme dell'odio. Anche quelle persone andrebbero punite e cacciate via dalla nostra terra.

Il mio pensiero oggi va ad Anas e a quelli come lui, nella speranza che tornino, e pagando per gli errori fatti, li comprendano e riprendano a vivere una vita fatta di pace e non di guerra . Che sappiano che l'Italia vera non è quella dei ragazzini che gli davano del terrorista e del talebano per il solo fatto di essere musulmano. C'è un'Italia alla quale non appartengono l'ignoranza e il razzismo, e che Anas, che non è nato qui ma ci è cresciuto, rappresenta molto più di tanti italiani nati e cresciuti. C'è ma si vede poco. Bisognerebbe farla venire fuori.

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