domenica 28 agosto 2016

Con l'emergenza alle porte, i regimi africani battono cassa

Il memorandun of understanding firmato dal capo della polizia nei primi giorni di Agosto, la cui applicazione avrebbe già generato l'espulsione di 48 migranti su voli charter della Egyptair, altri non è che parte di un voluminoso e danaroso accordo, in virtù del quale, non solo il Sudan, ma anche altri stati africani, incasserebbero centinaia di milioni di euro per creare opportunità di studio e lavoro, e quindi tenersi i propri cittadini a casa loro.
Al di là della retorica sui diritti umani, che poi qualcuno dovrebbe spiegare che razza di vita avrebbero in un Paese nel quale persino un prete avrebbe detto che i migranti devono lasciare posto ai terremotati e trasferirsi nelle tende, e dove non c'è lavoro nè
modo di integrarsi perchè le politiche sociali servono solo a fare propaganda, l'aspetto negativo della questione, è che questi accordi gettano ingenti quantità di denaro nelle casse di dittatori sanguinari, dando loro tra l'altro, lo status di interlocutore ufficiale.
Gente come Bashir è accusata di crimini di guerra.
Inoltre, secondo quanto riportato dai giornali sudanesi, sono stati gli stessi funzionari sudanesi a scegliersi quelli da rimpatriare. Un dettaglio magari, ma significativo visto che l'Ambasciatore diceva che il punto di forza del compromesso sta nella separazione tra i cittadini che possono rimanere e quelli che vengono rimpatriati.
Rec sic stantibus, bisognerebbe che qualcuno spiegasse, a che serve un accordo, anche sottoscritto dopo parecchi mesi di trattative, sul contrasto alla criminalità, quando soldi e potere accordati dall'unione, genereranno appunto crimine.

Che non ci fosse da essere fieri della manovra, lo si intuiva dal fatto che il giorno della firma al ministero era presente l'Ambasciatore italiano in Sudan al quale il comunicato ufficiale ha dato credito per l'intera operazione. Nessuna traccia di presidente del consiglio, ministro degli esteri o anche Mogherini.
L'unica nota positiva era la cravatta africana del dottor Pisani.









Foto Ambasciata d'Italia in Sudan Facebook

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