sabato 23 luglio 2016

Terroristi a giorni alterni e a seconda della cronaca

“Gli elementi probatori – scrivono i magistrati, presidente Marco Guida – raccolti attestano l’adesione all’ideologia che individua in azioni di martirio – da perseguire anche a costo dell’inevitabile sacrificio di civili innocenti, ciò che rivela in massimo grado la finalità terroristica – lo strumento per combattere i Paesi occidentali e contrastarne la presenza nei paesi mussulmani, soprattutto Iraq ed Afghanistan”. Nel provvedimento i giudici elencano a supporto della decisione le foto di armi, le immagini e i video – ritenuti sopralluoghi – di obiettivi militari, aeroporti, centri commerciali e alberghi in Italia e in Inghilterra, trovati nei telefoni cellulari degli indagati. “Come tristemente registrato nel recente passato – scrive il Riesame – gli obiettivi che il terrorismo spinge a colpire non sono più luoghi simbolo, universalmente conosciuti e per questo particolarmente protetti. I nuovi e più moderni bersagli sono scelti alla luce dei propositi di intimidazione indiscriminata della popolazione e di costrizione dei pubblici poteri per destabilizzare gli assetti istituzionali dell’ordinamento del Paese (sarebbe più giusto dire della maggioranza dei Paesi) presi di mira”.borderline24

Dai resoconti stampa dell'epoca non c'è nessuna prova che avessero intenzione di compiere attentati in quei luoghi e non si è tenuto conto della loro cultura e modo di pensare.
Questi sono ragionamenti fatti in America quando si giunge a sentenza e il giudizio viene emesso da una giuria popolare. Ovvero quando si è sotto l'influenza dell'esposizione della pubblica accusa che punta molto sullo scenario siro-iracheno e la deliberazione è messa a punto da persone non esperte in materia e facilmente influenzabili.
In Italia, complice l'atmosfera e probabilmente i rapporti tra gli ambienti giudiziari locali, si è giunti a certe concluioni con l'ausilio degli ultimi fatti di cronaca.
Se siamo veramente in uno stato di diritto il processo e la sentenza finale dovrebbero restituire un quadro veritiero. Però è preoccupante sapere che il primo magistrato o investigatore che si alza la mattina, può decidere del destino delle persone a seconda degli attentati che ci sono stati e del selfie che uno si è fatto o dei click distribuiti su Facebook.

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