venerdì 22 luglio 2016

Quelli che volevano fare dimagrire Mancini e le riaperture che non erano

Sto leggendo la seconda puntata e mi ha colpito questa espressione più che altro usata nei film o da sbirri in carriera.Ti facciamo secco.
Che detto a uno che di solito se la spassa tra ristoranti e alberghi, è più una sfida che una minaccia.
J/k

Figurarsi se Barbacetto non ci metteva il becco.

A proposito del fatto che la denuncia sulle presunte minacce è stata presentata a Ravenna, elemento sul quale poneva l'accento anche Chiocci ieri, ricordiamo che il dottor Mancini evidentemente mantiene da sempre quella residenza, tant'è che sia l'esposto contro il pubblico ministero Spataro di cui fu incaricato l'avvocato De Miranda, che la richiesta di protezione per se e per la famiglia, di cui si occupò l'allora prefetto Della Rocca, furono inoltrati alle autorità competenti della cittadina romagnola.
Per quanto riguarda le presunte minacce di morte, forse il dottor Mancini aveva qualche dubbio a presentare denuncia a Roma visto che i soggetti che non lo hanno molto in simpatia sembrerebbero gravitare in quell'area o avere collegamenti, se è vero che apparterrebbero ai servizi.

Prima di fare considerazioni sul procuratore di Ravenna, sarebbe bene informarsi.
Hanno inventato Google apposta.
Alessandro Mancini è persona preparata e brillante, e dal modo che ha di porsi, anche molto più strutturato del fratello. Sa benissimo che una eventuale riapertura dell'inchiesta su Abu Omar, dopo quella di Ravenna, sarebbe viziata da certi sospetti.
Riapertura che non credo possa esserci. Non in questi termini.
Come si fa a prendere in considerazione una lettera del presidente del consiglio basata sulla testimonianza non ufficiale e non fatta sotto giuramento, di una fantomatica fonte americana che non vuole presentarsi all'appello ?

Last but not least.
Mancini non finirà mai di stupirmi.
Non capisco come faccia a fidarsi così tanto (almeno questa è l'impressione) del generale Pollari e del prefetto Scarpis.
A proposito di linguaggio sbirresco, è curioso, ripescando nel passato del prefetto Scarpis, rilevare un suo violento sfogo pubblico contro Saviano, le cui dichiarazioni circa la presenza dei casalesi a Parma, egli definì "sparate".
Forse per quello è stato spedito ai servizi. In fondo gli è andata meglio che a Pisani.

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