Gli inquirenti sarebbero delusi dalla mancanza di collaborazione di Scotland Yard, a testimonianza del fatto che la condivisione di informazioni in un periodo delicato come questo, è ancora scarsa.
Mi permetto di dubitare di questa versione.
Molto probabilmente si tratta di un caso simile a quello degli iraniani di Genova.
Di gente proveniente da quelle zone che gira per il mondo con immagini cruente nello smartphone ce ne è a bizzeffe. E' una questione di tradizioni. Quella è una terra perennemente in guerra.
Finora forse non erano stati presi in considerazione, nè controllati più di tanto. Una volta scattata l'emergenza, ci siamo accorti che la diversità è tra noi.
Se dall'analisi delle immagini non è risultato nulla e nemmeno si è riusciti a risalire a collegamenti su suolo europeo, a che pro continuare ad indagare ? L'espulsione è, per un investigatore, la strada migliore nel breve termine. Italiani ed inglesi si saranno tacitamente accordati per una soluzione di convenienza. D'altra parte più di tanto non si può indagare.
Al massimo si sarebbe dovuto piazzare un madrelingua all'interno del Cie per cercare di farlo parlare, visto che tra l'altro comunicherebbe solo in Pashtu.
Anche a questo servirebbe un'assunzione mirata in polizia e tra i servizi segreti.
Non basta un interprete o un informatore preso da qualche comunità.
Serve uno sbirro in grado di ragionare a tutto tondo.
Pare che comunque gli investigatori e l'avvocato difensore gli abbiano chiesto cosa pensasse dell'Isis .
Chissà che ha risposto.
Foto Shirazi Panoramio
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