sabato 4 giugno 2016

Graffi

Le prime immagini visionate dalle telecamere non forniscono elementi di riscontro. E il medico legale, che da una prima analisi aveva giudicate come non auto inferte le ferite mostrate dalla donna, ora procederà con una seconda valutazione. Si tratta di graffi superficiali e per fortuna non gravi le cui immagini saranno adesso oggetto di una seconda analisi. laprovinciadivarese

Il fatto che non si tratti di colpi autoinferti non esclude che siano stati assestati da persone amiche.
Il problema è di chi si tratti effettivamente.
L'unica ragione per cui Amina avrebbe dovuto inventare questa storia potrebbe essere il ricavato di qualche intervista. Ormai la vicenda dei fratelli non fa più sensazione e le spese giudiziarie cominceranno a pesare.
Le telecamere potrebbero non fornire riscontri affidabili. Il nastro di solito si riavvolge ad intervalli regolari distruggendo le immagini più recenti.
L'unico modo di capire cosa effettivamente sia successo di metterla sotto torchio a più riprese. Però doveva essere fatto nell'immediatezza dell'accaduto, quando il soggetto non ha elaborato, più o meno coscientemente, una versione dei fatti definitiva.

Riferiva ieri Luigi Ferrarella su il Corriere, dell'eterna diatriba dei magistrati milanesi contro WhattsApp. Nello specifico l'occasione sarebbe stata costituita proprio dalle ultime settimane di indagine relativa ai Koraichi-Khachia.
La procura, attraverso l'Ambasciata, avrebbe addirittura inviato una missiva al dipartimento di giustizia americano per lamentarsi dello scarso apporto ricevuto in inchieste su terrorismo internazionale.
Per come è narrata la sequenza degli scambi tra l'azienda e i Ros, WhatsApp ha compreso molto bene i termini del problema. Almeno dalle intercettazioni riportate sull'ordinanza, non vi era pericolo concreto nè immediato di attentati. Quindi il rifiuto ci stava tutto.
Sono questioni queste, da discutere al di fuori dei periodi di emergenza. Pare che gli inquirenti invece, e non solo da noi, facciano apposta a mettere pressione. E' in gioco lo stato di diritto.
Bisogna inoltre ricordare che la tecnologia è solo un mezzo. I riscontri vanno cercati sul campo.
Se il procuratore Roberti e il dottor Giannini sono riusciti così facilmente a fare approvare un decreto legge, altrettanto agevolmente dovrebbero mettere in campo strategie alternative.
Internet è la via facile.

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