mercoledì 25 maggio 2016

Sentenze integrate

Proprio queste loro caratteristiche hanno fatto affermare a Romanelli, durante l'udienza, che i jihadisti dell'Isis "sono persone inserite, con i documenti in regola, che vivono e lavorano accanto a noi". Il magistrato ha poi parlato della "straordinaria pericolosità del fenomeno dei foreign fighters, soprattutto per i Paesi da cui partono e in cui transitano" e il "salto di qualità incredibile del terrorismo jihadista in Europa". Romanelli ha anche ricordato alcune intercettazioni dell'inchiesta nelle quali, ad esempio, Briki diceva di volere "entrare in una base militare in un Paese di miscredenti (...) una bella botta (...) se non ammazzo brucio un aereo". repubblica
mettendo in evidenza che la cellula meranese era sì legata a quella che è stata definita «holding trasnazionale», ma aveva comunque una sua autonomia ed una propria organizzazione ben strutturata. Secondo l’accusa, quindi, i quattro agivano in maniera indipendente dai vertici internazionali, per procacciare finanziamenti o fare proselitismo, e meditavano anche di spostarsi come foreign fighters in zone di guerra. Pur non avendo commesso atti di violenza su suolo europeo, quindi - secondo l’accusa - la struttura era idonea a tradurre le intenzioni, intercettate dagli uomini del Ros durante le indagini, in fatti.corriere

Legata ma con una sua autonomia, spiega perchè le polizie e i servizi dei Paesi chiamati in causa non sapevano nulla di questa organizzazione e degli attentati in programma.
Anche questa sentenza potrebbe non tornare utile ai fini della estradizione di Krekar il cui difensore può sempre appellarsi alla questione dei diritti umani che nelle nostre carceri non vengono rispettati.
Magari può tirare fuori la storia che anche il suo assistito era nella lista della Cia assieme ad Abu Omar. Una aggravante ulteriore a nostro carico.

Nel caso Briki-Waqas, al solito senza il supporto del testo della incriminazione che per qualche motivo non viene mai messo a disposizione del pubblico, ma comunque facendo affidamento sull'ormai ampia casistica offerta da questo tipo di indagini che sembrano fotocopie l'una dell'altra, a me pare che i dialoghi siano molto simili a quelli dei musulmani di Andria, anch'essi condannati.
Quelli di "Allah prendi il mio sangue". Frasi terribili ma, almeno in apparenza, non supportate da fatti o indizi concreti a dimostrazione di una reale intenzione di passare all'azione.
Anche i contatti di Briki, che all'epoca della conferenza stampa parevano essere tra gli attentatori di Tunisi, non sono stati confermati.
La requisitoria del dottor Romanelli, così come fanno molti altri, è incentrata sulla genesi e sullo sviluppo di Daesh che può impressionare molto i giudici, però non chiarisce come e in che misura questi ragazzi abbiano effettivamente aderito. Le difese hanno ribadito che non ci sono prove concrete. Chi conosce internet e ha letto quel manuale, sa che molto facilmente, proprio due persone inserite o integrate che dir si voglia, riescono ad esprimersi meglio in una dimensione come quella virtuale. In assenza di riscontri o con riscontri ambigui, potremmo ad esempio ipotizzare che i riferimenti alla mimetizzazione costituivano un modo di costruirsi una seconda esistenza. Un gioco dei ruoli oppure la ricostruzione di una vita come accade in second life.
La chiusura dell'operazione fatta in anticipo per evitare il peggio, disse il procuratore, poi abbiamo scoperto, sempre seguendo la casistica o dando retta ad investigatori che hanno rilasciato dichiarazioni in forma anonima, è una sorta di tecnica che permette di sfruttare al meglio il decreto interrompendo l'indagine in maniera da cristallizzare l'accusa, e poi riprendendola alla ricerca di prove decisive.
Se questo secondo gli investigatori è il miglior modo di approcciare il fenomeno e bloccare qualsiasi tipo di criticità, può andare anche bene.
Però alla fine si mortifica il diritto . Ad esempio mi pare che i due abbiano rinunciato al dibattimento e quindi all'esibizione delle testimonianze . Sapevano di essere sconfitti in partenza. A che pro cercare di dimostrare la propria innocenza ?
Insomma con queste operazioni e i relativi processi salviamo la pelle però a scapito di quella degli altri.

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