giovedì 5 maggio 2016

Massima stima per il contesto

«Quando un avvocato giovane come me si iscrive alle liste dei difenbori d’ufficio lo fa per farsi clienti ed esperienza. Di solito uno si immagina i delinquentelli di basso cabotaggio e invece in questo caso si trova tra le mani i primi arrestati sul suolo italiano con l’accusa di essere dei terroristi. Quello che posso dire è che darò il massimo sul piano professionale, fermo restando la massima stima per il lavoro della Digos».
«Parto dal presupposto che quelle frasi finite nelle intercettazioni sono state pronunciate, non si può far finta di nulla. Così ho detto ai miei assistiti di spiegare le loro ragioni, magari definendo il contesto».
«Certamente. Moutharrik sostiene che come ogni buon musulmano voleva dare una mano a quelle genti».«Certo, certo. Sono il primo ad essere convinto che sarà durissima tirarli fuori dal carcere in tempi brevi. I reati contestati sono pesanti, come le pene che vanno da cinque fino a un massimo di quindici anni. Molto dipenderà da quanto peso avrà l’aspetto emotivo in tutta la vicenda e a che livello metterà l’asticella il giudice».ilgiorno

Il compito più facile lo ha avuto l'avvocato Bauccio ormai esperto di questo tipo di mercato, se così vogliamo definirlo. E' da anni che difende musulmani e immigrati incappati in certe vicende. Conosce alla perfezione i fenomeni e l'evoluzione delle norme. Alla fine la butta sempre sui diritti umani che è sacrosanto o anche una furbata a seconda di come la si vede.
Ha fatto bene ad imporre il silenzio al suo assistito. Può abilmente convincere il giudice che si trattava di chiacchiere perchè le intenzioni stanno più nelle sfumature e nella interpretazione. Ma la sostanza è che in quel contesto familiare e ambientale, se polizia e carabinieri non lo avessero fermato, sarebbe partito o avrebbe combinato qualche guaio.

La più grossa disgrazia mai capitata ad Abderhhaim e a sua moglie è l'avvocato.
Un bravo legale deve trovare una fessura in cui incunearsi.
C'è poco da contestualizzare. Qui non sembrano esserci vie d'uscita. Se nei dialoghi a proposito dei luoghi da colpire, avessero effettivamente contestualizzato e pensato almeno per un attimo che in quei posti ci sarebbero potuti essere il loro datore di lavoro o degli amici, allora si sarebbe potuto sostenere che effettivamente anche nel loro caso si trattava di chiacchiere. Invece, almeno nelle intercettazioni riportate sull'ordinanza, non c'è nulla di tutto ciò. E nemmeno li si può tirare fuori per il bene dei figli. Come riunirli a due genitori del genere ?
Per Wafa mi appellerei alla semi infermità mentale o comunque a qualche problema psicologico.
La storia della riverenza non aiuta. Piuttosto insisterei sul fatto che era completamente succube del fratello. Tirerei anche fuori qualche studio sull'alienazione causata da internet e wattsap. Se ne trova sempre qualcuno pronto all'uso.

The end.
Se non mi faccio sentire per qualche giorno, sono sotto le ruote della bicicletta del dottor Galzerano. Sepolta dai suoi lampi di umorismo.

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