venerdì 6 maggio 2016

Misteri iraniani a Genova

Il contatto inglese in effetti esiste, sebbene i legami non siano tuttora chiari e Shahad racconti pure di avere un marito al suo Paese. Più avanti i magistrati appurano che avevano dormito quattro giorni in albergo a Genova con altri due uomini (cognomi arabi desunti da documenti tedeschi, forse falsi, fotocopiati in hotel); e soprattutto che Karim era già stato in Italia, atterrando a Milano con un volo da Amsterdam. Fra le piste prese in considerazione c’è stata a lungo quella del dry run, un test sui controlli. Alla fine li condannano solo per i documenti, ma i conti non tornano e rimangono in cella.ilsecolo

E' sbagliato dare per scontato che siano in qualche modo collegati al terrorismo internazionale solo perchè c'erano foto di armi nei loro dispositivi elettronici. In un periodo come questo e per certe nazionalità, questa è pratica comune. Un pò come i selfie osè per i bamboccioni di casa nostra.
Pare di capire che manchino ulteriori riscontri.
Sembrerebbe più il classico caso di dissidenti in fuga verso una base sicura dove qualcuno li aspetta.
Londra è la meta preferita. Ecco spiegata la ritrosia della rappresentanza diplomatica iraniana a fornire spiegazioni. A loro conviene maggiormente liberarsene.
Di solito anche gli iraniani in cerca di lavoro fanno strani giri con passaporti falsi.
Potrebbe trattarsi anche di spie. I nostri servizi si sono limitati a segnalarli perchè hanno sentito puzza di guai e l'Ambasciata iraniana ha preferito aspettare sviluppi.
Infatti basterà aspettare qualche mese per riaverli.

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