venerdì 15 aprile 2016

Versioni chiaramente secretate

Secondo l'autore del dossier anonimo, l'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ex capo di Stato maggiore della Difesa, sarebbe stato «riconoscente a De Giorgi per avergli ripulito molte carte che lo avrebbero certamente danneggiato nell'inchiesta sulle responsabilità che portarono alla consegna alle autorità indiane dei marò Latorre e Girone». Sempre in base alle frasi contenute nell'esposto Binelli, all'epoca comandante della Squadra navale, avrebbe «preso con leggerezza» la decisione di far entrare, il 14 febbraio 2012, l'Enrica Lexie nel porto di Kochi, su richiesta indiana, «delegando tutto al suo fidato collaboratore, l'ammiraglio Marzano». E qui subentrerebbe De Giorgi, che 10 giorni ha sostituito Binelli nell'incarico al comando in capo della Squadra Navale. «A lui è stato affidato il compito – si legge nel dossier – di gestire tutta una serie di conseguenze negative che si stavano verificando man mano che la posizione dei marò in India andava aggravandosi». E ancora: «la relazione scritta da Cincnav a giustificazione del proprio operato è stata manipolata opportunamente, ritoccando ore, posizioni, direttive, ordini dati, per discolparsi delle gravi colpe ad esso attribuibili. Esiste anche una versione originale allo Stato Maggiore della Difesa e/o al Gabinetto del Ministro ben secretata, da cui emergono chiaramente le responsabilità».iltempo

La versione sostenuta dalla signora De Sousa, secondo la quale la rimozione del segreto di stato dalla vicenda Abu Omar cambierebbe la narrazione dei fatti, segreto che ricordiamolo, di per se non copre il sequestro, è più che altro funzionale alla sua difesa.
Ci sono meccanismi che non possono essere ribaltati.
Gli ordini vengono dati dai governi ed eseguiti dagli organi preposti.
Non c'era bisogno che Renzi facesse una dichiarazione ufficiale per confermare che l'Italia era al corrente e quindi aveva anche avallato gli strike che in Libia in un certo senso hanno concorso a causare la morte dei nostri connazionali.
Fa tenerezza Berlusconi quando sottolinea che Ghaddafi fu assassinato da inglesi e francesi come se l'Italia non fosse stata avvertita nè avesse dato il consenso.
Per non parlare della signora Villecco (una che di certe vicende dovrebbe intendersene) che al termine del resoconto sull'omicidio di Lo Porto ci ha fatto sapere che i nostri servizi si sono comportati in maniera corretta. Sarebbe importante piuttosto conoscere quali accordi ci sono tra Stati Uniti e Italia in circostanze del genere in quel territorio.
E soprattutto se gli americani, contrariamente a quanto sostengono, erano a conoscenza dell'identità dell'obiettivo da abbattere. Quello si che è un dettaglio che cambierebbe la narrazione.
Sennò siamo alla stregua del Pakistan che tacitamente acconsente a rinunciare alla propria sovranità territoriale e ogni volta che ci scappa la strage fa un comunicato rabbioso per non perdere la faccia con la popolazione.
In buona sintesi, al di là della sequenza dei colloqui e delle richieste, i due governi hanno deciso per il sequestro di Abu Omar e le due agenzie di intelligence l'hanno portato a termine.
Poi che tecnicamente i nostri non abbiano nei fatti rapito nessuno come parrebbe sostenere il romagnolo abbronzato, quella è questione da discutere in altro contesto.

Ciò che incuriosisce in tutta questa facenda, è come abbia resistito il segreto per tutti questi anni.
Ormai il mondo conosce le responsabilità degli Stati Uniti.
In Italia si sono susseguiti diversi governi .
Che argomenti usano gli ex appartenenti al Sismi o i rappresentanti dei governi precedenti per fare in modo che anche l'ultimo fesso che abita a Palazzo Chigi continui a coprire questa ed altre azioni poco ortodosse ?

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