domenica 10 aprile 2016

Salvo libera tutti

Di Salvo Riina si è fatta carne di porco, e lui non si è sottratto visto che in fondo aveva tutto da guadagnarci, perché della vita di un Riina interessa solo la dimensione mafiosa. Ma d’altra parte lui non può dire nulla a proposito, pena la riapertura di vicende giudiziarie sue e del padre.
Il buon Vespa doveva creare l’evento e i personaggi che campano di antimafia avevano bisogno di ricordarci per quale motivo sono necessari all’Italia, quindi alla fine il carrozzone ci stava anche bene. Il giovane Riina ha detto tutto giusto a parte la bacchettata allo Stato che gli ha tolto il padre. Doveva piuttosto chiedere, così come ha fatto a più riprese Angelo Provenzano, per quale motivo ci sono voluti quarant’anni. Vanno bene le storie sulle coperture, il tessuto sociale e la cultura mafiosa. Ma quarant’anni sono decisamente troppi.

Di tutta la trasmissione quello che a me ha dato più fastidio è che sia stato detto ad un certo punto che Massimo Ciancimino vale molto più di un Salvo Riina qualsiasi. Chiacchiere da salotto.
Una cosa giusta il giovane Riina l’ha detta. Ed era facile farlo dal suo punto di vista.
Che siamo l’unico Paese al mondo con una legge sui pentiti che permette loro di fare il bello e il cattivo tempo. Io non credo che questa fosse l’idea del dottor Falcone .
Una volta ritenuti credibili, non tutte le dichiarazioni vengono necessariamente sottoposte a riscontro. E così capita una sera di doversi sorbire i sermoni televisivi del procuratore di Reggio Calabria che insegna ai preti a non accettare offerte dai criminali.
Ma sono state verificate le affermazioni di questo Femia in merito a presunte donazioni di dubbia provenienza per la costruzione di una chiesa ? I preti da quelle parti vivono in trincea. Non hanno scorte e schiere di sostenitori. Fanno quello che possono.
Di certo non hanno bisogno di predicozzi.

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