domenica 10 aprile 2016

Leggende

Due cose, però, sembrano certe: l'inchiesta interna non è una leggenda metropolitana ma un fatto vero, come confermato dall'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari e dall'ex vice-capo dell'Aise, Scarpis. Globalist

Le inchieste e le guerre interne per l’Aise sono un po’ come il sexting e il dark web per i giornali.
Un riempitivo pronto all’uso.
Attualmente, visto che il generale Manenti nel giro di poche settimane è passato da probabile candidato alla guida del Dis a capro espiatorio per gli insuccessi del governo italiano, rispolverare i fantasmi di Abu Omar potrebbe servire al semplice scopo di farlo fuori.

Le allusioni della signora De Sousa ad eventuali rivelazioni su una vicenda che secondo i magistrati l’avrebbe vista protagonista di primo piano, ha più il sapore di un messaggio in bottiglia che di una volontà concreta. Ne è prova il fatto che in occasione della decisione della corte portoghese di concedere l’estradizione, si è affidata al compassato Telegraph piuttosto che al fedele e rumoroso Leopold di Vice che l’aveva supportata in tutti questi mesi.
La stessa lanciò tempo fa un’esca con il racconto ad un giornale francese di un presunto viaggio fatto in America dal maresciallo Pironi all’indomani del rapimento. Se la signora De Sousa vuole portare elementi nuovi e validi affinchè si riapra un procedimento, servono storie di ben altro tenore. Ma per fare ciò dovrebbe rompere il sigillo del segreto di stato ed ammettere almeno qualche responsabilità. Cosa che non credo sia intenzionata a fare.
E infatti non perde occasione dal suo trespolo twitteriano per declamare le lodi di tutte le dichiarazioni, vecchie e nuove, fatte dal generale Pollari. Avallare quella che sembra essere la versione del direttore del Sismi, significa abbracciare la tesi che nessuno di quelli tirati in ballo nelle alte sfere, e lei di certo era tra loro, abbia detto o fatto nulla.
Con tutta probabilità l’ex funzionaria dell’Ambasciata americana, visti i nostri tempi giudiziari, mira a negoziare assieme al suo avvocato una soluzione con il governo italiano. Ho i miei seri dubbi anche sul fatto che metterà mai piede sul suolo italiano. Una triangolazione dalla quale la magistratura non può essere esclusa ma i canali giusti alla fine si trovano.

Se mai ci fosse la possibilità concreta di venire a conoscenza delle verità nascoste della vicenda Abu Omar, è bene che queste vengano fuori dai diretti interessati o da chi c’era e al solo scopo di ottenere verità e giustizia. E’ inopportuno che terze parti riferiscano de relato di cose che non sono di loro competenza. Un giochetto che di certo non gli conviene. Sarebbe palese alla fine come il loro unico obiettivo è ottenere un po’ di visibilità o colpire persone a loro invise, magari per conto di qualcun altro.
Questo Paese ha bisogno di scenari e personaggi di altra levatura.

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