sabato 9 aprile 2016

Cruciale

Secondo alcune indiscrezioni mancherebbero almeno un paio di elementi fondamentali chiesti dalle nostre autorità da oltre un mese e mezzo: l’analisi delle celle telefoniche, come e perché i documenti di Giulio siano spuntati fuori due mesi dopo la scomparsa a casa della sorella del presunto capo di una banda di sequestratori ucciso dalle forze di polizia. In realtà la sfida di Giuseppe Pignatone e del suo pool, oggi, non è tanto la conta e la qualità delle carte rese disponibili dagli egiziani, segnale comunque indicativo delle intenzioni del Cairo. Proprio dopo lo scambio di ieri - gli investigatori romani, tra l’altro, hanno consegnato i risultati nell’autopsia delle torture atroci e orribili subite da Regeni prima di morire - oggi, guardandosi negli occhi, sarà difficile sfuggire al quesito cruciale. Se cioè l’Egitto vuole davvero collaborare, in piena trasparenza e disponibilità, per l’accertamento della verità su Regeni. Oppure continuare in un balletto intollerabile di mezze verità, troppe bugie e depistaggi continui. Ludovico il sole 24ore 8 Aprile

In un caso o nell’altro Pisani ha pagato la sua stessa bravura e i metodi con cui l’ha esercitata. In tempi di tecnologia esasperata - microspie, dna, intercettazioni a go-go e caccia fin troppo paziente ai pentiti, il capo della Mobile ha preferito altre strade, più classiche e dirette, più pericolose. Ha presidiato il territorio, ha cercato e frequentato confidenti per il tempo necessario a verificarne la piena attendibilità. il Mattino Novembre 2015

Come spiegò al processo il dottor Pisani quando gli fu contestato di non avere messo sotto intercettazione alcuni soggetti di interesse in determinati lassi di tempo, non vi è uno schema standard di investigazione.
Ogni vicenda deve essere esaminata a seconda delle opportunità di cui si va alla ricerca.

Un paragone che faccio a mò di provocazione ovviamente.
Però appare chiaro che si sta indagando al buio. Molti scenari sembrano essere preclusi agli investigatori di entrambe le parti. Pochi giornalisti italiani si sono recati sul posto.
Si continua a parlare e scrivere di nulla.
Con tutto il rispetto per la famiglia, si è posto in essere un apparato ad uso e consumo dei media e di qualche tornaconto politico.
C'è poco da accertare.

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