martedì 12 aprile 2016

In the kingdom of Annabel Lee

Uno degli indagati, oltre a scambiare materiale pedopornografico, utilizzando falsi profili social creati appositamente, riusciva ad ottenere immagini intime di minori convinti di aver instaurato una chat erotica con ragazze coetanee. Le indagini da parte della polizia postale e delle comunicazioni continuano per individuare responsabili anche fuori dei confini nazionali. 
Dal 2015 ad oggi sono 1.849 i siti pedopornografici oscurati da Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia on line (Cncpo), che fa parte del Servizio postale e delle comunicazioni, la polizia del Web, diretta da Roberto Di Legami. Lo dice Elvira D'Amato, direttrice del Centro, sul numero di aprile di PoliziaModerna, rivista ufficiale della Polizia di Stato, che dedica un ampio approfondimento al tema.giornaledisicilia

La pedopornografia costituisce di certo una parte fondamentale delle attività della polizia delle comunicazioni. Si tratta forse dell’unico settore che giustifica l’esistenza di una specialità a se stante e non di un nucleo inserito nei vari comparti investigativi.
Non è comunque il solo e neppure il più importante. Sottolinearne la centralità serve indubbiamente a sensibilizzare le famiglie e a ricordare al legislatore l’importanza di creare norme ad hoc.
Con gli speciali che si susseguono sul magazine della polizia si rischia però di svilire il resto del lavoro e di creare pericolose personalizzazioni.
Il direttore della polizia delle comunicazioni ha le spalle larghe ma forse è troppo abituato a guardarsele dai mafiosi in carne ed ossa. In contesto virtuale risulta difficile distinguere l’amico dal nemico. Bisogna stare attenti un pò a tutti.

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