domenica 3 aprile 2016

Il fantastico mondo del leghista

Ricordare Forquet in maniera sprezzante non è proprio cosa di cui andare fieri.
Conosciamo il leghista Borghi che imperversa sugli schermi di La7.
Difficile credere che il suo fosse, se non un tributo, almeno un ricordo.



L'immediatezza dei social mette in evidenza, oltre al nostro lato più bieco, anche la poca lungimiranza. Una chiosa del genere sarebbe stata accettabile se fatta nei confronti di un personaggio controverso o di qualcuno che fa del sarcasmo il suo modo di presentarsi al pubblico.
Umberto Eco di certo avrà sorriso per qualche anatema postmortem che il popolo dei social gli ha tributato in virtù di quella sua uscita antisocial che all'epoca fu ampiamente fraintesa.
Forquet oltre ad essere persona molto intelligente e preparata, era un professionista serio ed apprezzato. Lavorava per un giornale che è espressione di un gruppo con dei connotati ben precisi ma nulla in quello che scriveva o sosteneva, faceva si che meritasse una citazione così inopportuna.

I social mettono in evidenza anche, come alla fine consensi di massa e voti sulla scheda siano due entità distinte. Al redde rationem grillini e leghisti se ne accorgeranno.

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