domenica 3 aprile 2016

Confindustria Francia ha il bilancio pubblico

E lo stampa su un bel libro rosso.
La mia sintesi della serata in televisione.

Enniente.
Questa puntata di Report era stata annunciata in pompa magna visto che cadeva subito dopo l'elezione del nuovo presidente. Chissà che hanno scoperto, ho pensato.

Il programma si è aperto con le bistecche.
Visto che non mi sono ancora abituata all'ora legale, ho pensato di aver sbagliato giorno.
No. Era l'introduzione alla seconda parte sulle diete. Concetto a me sconosciuto.
Poi è arrivato il giovane Riello che vorrebbe la Bracco dimissionaria.
Il pezzo forte della serata sono stati Moretti e Barilla. Scatenati. Parevano due pirati.
Gliene hanno dette di cotte e di crude.
D'altra parte pagano rispettivamente quattro e un milione di euro. Avranno anche libertà di parola.
Però non se ne sono ancora andati sbattendo la porta come Marchionne.
Il pezzo debole sono stati Squinzi e la vicepresidente. Incapacità totale di comunicazione ed anche evidentemente poca conoscenza dei dettagli che sono parte della vita dell'associazione.
Magari insignificanti, ma che hanno offerto al cronista meridionale in giro non si sa per quale motivo con una telecamera da gita in montagna quando aveva un operatore al seguito, di far sembrare che fossero due perfetti ignoranti. Ed in parte lo erano.
Dal bilancio che non sta sul sito internet agli istituti di credito che non dovrebbero far parte di Confindustria ma lo sarebbero, pareva di assistere alla fiera del qualunquismo. E quelli erano i massimi dirigenti.
Poi si è passato alle magagne sul territorio. L'Abruzzo ha fatto la sua bella figura con il caso Honda e quello de L'Aquila. Un presidente d'azienda non si può aumentare lo stipendio che ti becca la Gabanelli.
La questione Honda è un pò più complessa di come è stata presentata anche dall'ottimo direttore de il Centro, ma che vuoi che gliene importi alla mancata presidentessa della repubblica delle banane.
Indagati in Italia e in Europa. Un tripudio. Tra quello siciliano che sarebbe sotto inchiesta per concorso esterno, tra l'altro anche con la delega alla legalità, e il rivale che nel frattempo ha cercato di fargli le scarpe rintuzzato da una commissione d'inchiesta stalinista come l'ha definita lui, l'immagine di Confindustria che lo spettatore medio si è fatto, è a metà tra Guantanamo e un gulag.
Ciliegina sulla torta è stata la capa di Ant Bologna che tra un risolino e l'altro non è riuscita a spiegare per quale motivo paga qualche migliaio di euro per fare parte dell'associazione.

Alla fine la Gabanelli con una risata da ippopotamo ha fatto gli auguri.
The end.

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