mercoledì 20 aprile 2016

Come

Come potrà mia figlia guardare con fiducia a quelle divise? Come potrà fidarsi dopo essere stata umiliata a scuola davanti a tutti i compagni che stavano per entrare in classe? ilmattinopadova

 Adesso glielo spiego .

Quando ero all’università, quindi passati abbondantemente i vent’anni, una sera di venerdì sull’autobus qualcuno mi prese il portafoglio dallo zaino. Di buon mattino mi recai al commissariato vicino casa per sporgere denuncia. Si rifiutarono perché mancavano i dati della carta di identità e del libretto di assegni. Mi dissero di non preoccuparmi perché nessuno avrebbe mai incassato un assegno senza che lo avessi firmato io in persona e di tornare solo dopo essermi procurata gli estremi dei documenti.
Non convinta corsi dai carabinieri alla Panzacchi. La storia della studentessa che girava con il portafoglio nella tasca esterna e la musica a tutto volume gli rallegrò un sabato noioso. Presero la denuncia e andai via con lo zaino pieno di calendari e riviste dell’Arma.
Al lunedì mattina rientrando a casa dopo aver bloccato il conto, arrivò una telefonata della Questura che mi avvertiva del ritrovamento del portafoglio .Lo stesso poliziotto che mi aveva chiamato mi accolse in ufficio. Un ispettore dai capelli bianchi e con l’accento meridionale. Ridendo mi chiese per quale motivo avessi fatto la denuncia dai carabinieri visto che avevo la fortuna di vivere vicino ad un commissariato. Esplosi e gli raccontai alla mia maniera quello che era accaduto, lamentandomi del comportamento dei colleghi.
Il poliziotto non si scompose. Mi spiegò che sono cose che succedono e continuando a sorridere disse
“vediamo se possiamo raddrizzare la brutta impressione che i colleghi le hanno lasciato. Adesso le stendo il verbale così può riprendere tutte le sue cose ed avvertire anche la banca”.
Prese la macchina da scrivere e cominciò a battere con due dita. Come uno che non lo aveva mai fatto in vita sua ma che sapeva quanto quel gesto in quel momento fosse importante. Fortunatamente entrò una collega e le lasciò il compito.Mi rassicurò sul fatto che non se l'era presa per il mio sfogo e che lui non aveva nulla contro l'Arma perchè suo fratello era carabiniere (piccola bugia?).
Mi sentii così in colpa che mi venne in mente che forse era il caso di ringraziare il poliziotto che aveva trovato il portafoglio. Lo cercammo ma aveva appena finito il turno. Al famigerato e leggendario Uct di Antonio Pezzano. Mi sono sempre chiesta all'indomani dell'arresto, se Roberto Savi fosse lì quella mattina.

 Ecco , il padre della signorinella deve sperare che sua figlia un giorno incontri un carabiniere tanto intelligente da passare sopra alla stupidità umana e dal cuore grande per capire quanto un gesto a volte possa cambiare la vita delle persone e forse anche il corso degli eventi.

Nessun commento:

Posta un commento