mercoledì 9 marzo 2016

Scelte politiche ma poco umane

Thanks to the implementation of the hotspots – and with the worsening of the Greek front – the Italian government is not seen any more as one of the weak links in the European migration system (at least for now). Indeed, the fact that the mechanisms of international resettling are not working at all, is allowing the Interior Minister, Angelino Alfano, to blame the rest of Europe for not being able to stick to the plan. An interesting, though pointless, turning of tables. As pointed out by the activists of the Italian NGO Borderline Sicilia, the ‘Roadmap Italiana’ has dramatically changed the reception system in Italy (and in many more ways that is possible to condense into this one blog entry). However, this was done without passing any new law. The complex Italian legislation around refugee reception has remained unchanged. “The Roadmap is a political agreement between the Italian Government and Europe which has bypassed and superseded the law”. It is a political agreement aiming first of all to resolve political problems. The human dimension of the migration crisis is secondary; human rights are simply collateral. In this respect, it is quite effective.
Alessio D'Angelo Middlesex University
We also know from the Prefecture that those refugees at the Hotspot who did not initially make a request for protection were given a second interview this week, this time following the information given by the IOM* and the UNHCR*. It seems that on this occasion some migrants have had time to come to a decision to seek protection, while others have confirmed that they have arrived in Italy for work, essentially making them applicants for nothing other than rejection.
Lucia Borghi Borderline Sicilia

Questo fenomeno, infatti, non ne elimina un altro non proprio trascurabile: la presenza di clandestini o, comunque, di migranti senza titoli per l’asilo politico o lo status di protezione internazionale. Destinati - oggi molto in teoria - a essere rimpatriati. Alfano lunedì ha detto: «Non costruiremo nuovi Cie» cioè i centri di identificazione ed espulsione. Strutture, queste, soggette da anni a molte critiche politiche e a non poche difficoltà di gestione; di fatto, centri di restrizione della libertà personale degli immigrati clandestini.
L’ipotesi di hotspot «di secondo livello», come li ha definiti il ministro dell’Interno, fa dunque intravedere una scelta politica, tutta ancora da costruire nei dettagli, indirizzata al superamento del modello Cie. 

Assicura Alfano: «Non ci sono finora evidenze» di massicci flussi immigratori verso l’Adriatico. È un fronte, insomma, oggi sotto controllo. Ma presto potrebbe diventare esplosivo.
Marco Ludovico

Saimir Tahiri ha tutto l'interesse a mantenere le promesse fatte, in cambio di mezzi e uomini, circa la tenuta ottimale dei flussi provenienti dalla Grecia che hanno l'Albania come unico sbocco. Nel corso della sua visita a Roma dovrebbe essere stato perfezionato un accordo anche per l'installazione di hotspot in Albania. Uno stato se non contento, almeno soddisfatto, di essere un cuscinetto pronto all'uso per i fabbisogni occidentali. Qualche settimana fa è stata resa nota dallo stesso Kerry in visita a Tirana, la notizia dell'incremento del numero ospitato in Albania dei famigerati Mujahedeen e Khalq. Stirpe dissidente di origine iraniana emigrata in Iraq da svariati decenni, attualmente diventata scomoda in zona di guerra. Ammesso che si riesca a convincerli a spostarsi. Finora si sono mossi pochi.

A dispetto delle accuse dei rappresentanti di Frontex in Sicilia, di esagerazioni montate ad arte dalle organizzazioni che tengono sotto controllo le operazioni di ricezione e smistamento dei profughi, sembra abbastanza credibile pensare che le condizioni di accoglienza siano ancora lontane dall'ideale.
L'orientamento è ovviamente quello di respingere il maggior numero possibile di migranti che a questo punto dovrebbero sapere, grazie ai loro circuiti informativi interni, che chi chiede lavoro viene automaticamente mandato via.
Se il respingimento non è effettivo, pur avendo ottenuto un successo politico, l'Italia si troverà a fare i conti presto con una situazione "esplosiva".
Quando le persone vengono trattate in maniera disumana, si comportano come tali.

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