domenica 20 marzo 2016

Matteo e l'educazione

Ma vorrei condividere con voi una riflessione ulteriore. 
Il terrorista Salah è stato ritrovato a casa sua. Cioè nei luoghi in cui è nato, cresciuto, diventato uomo. Non era in Siria, non era in Afghanistan, non era in Africa, non era su un barcone. Era a Bruxelles, in un quartiere della città. A due chilometri di distanza da dove si tengono i vertici dell'Unione Europea. Da mesi l'Italia dice in tutte le occasioni che accanto a una risposta credibile sul piano securitario l'Europa deve avere una strategia sui temi della cultura, delle periferie, dell'educazione. Lo abbiamo sintetizzato con una proposta che è già diventata legge nel nostro Paese con la Stabilità: per ogni euro investito in sicurezza, un euro investito in cultura. Per ogni euro investito in Polizia, un euro investito in educazione. Sono gli stanziamenti già previsti dalla legge di stabilità. Ma ogni giorno che passa siamo sempre più convinti che questa proposta italiana debba diventare legge anche in Europa. Gli attentatori di Parigi erano cresciuti in Belgio. Il boia dell'Isis era cresciuto in Inghilterra. I killer di Charlie Hebdo erano francesi. Esiste una questione educativa in Europa che è rilevante almeno quanto quella securitaria. Sottovalutarla sarebbe un errore clamoroso. Chi di voi ha letto oggi qualche reportage da Bruxelles trova questa frase impressionante e illuminante di un conoscente di Salah: “ Solo voi stranieri potevate pensare che uno nato e cresciuto a Molembeek potesse andare via”. Uno nato e cresciuto a Molembeek, Bruxelles, Europa. Spero che la proposta italiana - che presto diventerà anche la proposta di tutta la sinistra europea, socialisti e democratici - sia fatta propria anche dagli altri Paesi. E che si dia centralità agli investimenti educativi, culturali, urbanistici nelle periferie di tutta Europa. Per ogni euro in sicurezza un euro in cultura, per ogni euro alla polizia un euro nelle scuole. Altrimenti non perdiamo solo la sfida del terrorismo: perdiamo noi stessi.

Violenza sessuale prostituta Fosso Ghiaia arresto cliente 13 novembre 2014 „L'uomo pretendeva un rapporto senza alcuna precauzione. L’autore della presunta violenza, un giovane orientale di 28 anni, è stato subito rintracciato proprio mentre stava rincasando a bordo dell’auto descritta dalla vittima. Terminate le cure in ospedale, la giovane prostituta, rimasta illesa, ha ribadito con precisione ai militari i fatti accaduti. Saranno le indagini a stabilire l’esatta ricostruzione dei fatti. Nel frattempo, l’indagato rimane ristretto agli arresti domiciliari.“
Ravennatoday 2014 

Salah era a Molenbek con gente nata e cresciuta assieme a lui così come Michele Zagaria si nascondeva a Casapesenna. E godeva della complicità e dell'appoggio di tanti  nello stesso modo in cui Anas al Italy continua ad imperversare nel nord Italia grazie ad internet.
Non parliamo solo di immigrati e seconde generazioni ma anche di italiani "veri". Tanti che fanno parte di comunità islamiche ma anche del tessuto sociale di aree come quella lombarda, pugliese e campana.
Senza dimenticare le carceri.
Zone dalle quali sempre più frequentemente arrivano notizie di indagini e consensi in favore di Daesh che crescono.
In questo senso il modo poco educato con cui il presidente del consiglio si espresse in risposta alla richiesta del padre di Giuliano Delnevo di dedicargli un riconoscimento per l'impegno profuso contro il dittatore Assad, non ha fatto altro che accrescere la distanza tra lo stato e quelle zone di antistato che si vanno coagulando anche in Italia attorno a Daesh. Si può rimanere fermi sulle proprie posizioni anche quando il dolore di un padre si esprime in maniera poco opportuna. Quando Matteo avrà tempo e modo di maturare la consapevolezza dell'essere padre, che inevitabilmente passa attraverso l'appoggio del figlio anche quando questi è in errore, allora forse capirà quanto vuoti suonano i suoi proclami a proposito della cultura da usare come metodo di prevenzione e contrasto al terrorismo. Ed è auspicabile che sul suo cammino incontri dei padri che gli facciano da modello.

La politica a distanza non funziona nella gestione del disagio sociale.
Bisogna andare sul territorio e confrontarsi con le comunità. O affidarsi a persone competenti e di buona volontà. Altrimenti si scade nell'ovvio.
Il soggetto indagato nel 2014 per violenza sessuale attualmente sarebbe sotto indagine per addestramento con finalità di terrorismo. Se si ha la consapevolezza di non essere in grado di recuperarlo lo si rimanda in Pakistan. Oppure trascinerà altri sulle vie della criminalità.
Pane e cultura non sono sempre il rimedio. Soprattutto quando non si conoscono le etnie e la loro storia.

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