venerdì 18 marzo 2016

Alice che non guarda i gatti nè il sole

La madre Fabienne racconta che, negli ultimi tre-quattro anni, Alice le vietava anche di vedere i bambini, considerandola impura.
Biondani L'Espresso

Bisogna distinguere il piano giuridico da quello personale e sociale per comprendere cosa è un processo di radicalizzazione.
L'adesione improvvisa e rigorosa a dettami fondamentali come il velo e l'hijab non è da considerarsi segno di radicalizzazione. Accade lo stesso ai cattolici battezzati ma poco praticanti che iniziano ad andare a messa o a partecipare alle iniziative promosse dalle proprie comunità religiose.
E' sbagliato anche parlare di eventi improvvisi. Sono i famigliari e gli amici ad essere poco attenti o ricettivi circa possibili cambi di abitudini o umori. Quanto quel cambio contribuisca ad isolarli dalla famiglia o dalla comunità è un segnale importante.
Nemmeno discorsi strani o deliranti in supporto di Daesh di per se possono essere considerati un elemento serio di radicalizzazione o sintomo della volontà di mettere in atto propositi di stampo terroristico. Daesh rappresenta la proiezione delle frustrazioni cumulate nei secoli da musulmani e non. Sono abili nel far apparire la loro battaglia come espressione della ribellione degli oppressi in modo tale da mascherare le atrocità di cui si servono per portarla avanti. La guerra contro Assad è la stessa combattuta contro gli israeliani o i sauditi. Regimi che opprimono e massacrono non solo i musulmani.
Nel percorso di vita di ogni musulmano convertito ci sono forti scontri con le famiglie di origine.
Sono diatribe che lasciano cicatrici molto profonde ma che alla fine si superano.
Il fatto che Alice abbia tenuto lontana la madre dai bambini non tanto perchè poteva avere un'influenza negativa su di loro, che in fondo è motivo di attrito nel rapporto tra madre e figlia di qualsiasi religione, ma perchè impura, quello era un campanello di allarme importante perchè segno di isolamento.
Per essere capaci di fare valutazioni corrette sul livello di pericolosità o di rischio eventualmente raggiunto da una persona a noi vicina, non è sufficiente essere musulmani o appartenenti a determinate etnie. C'è bisogno dell'aiuto di personale specializzato.
E' vero che rispetto alla casistica europea e mondiale la nostra pare essere molto lontana da livelli di pericolosità elevata, però i casi registrati e le inchieste aperte nelle procure in ogni parte d'Italia iniziano ad essere un pò troppi.
Bisogna creare delle taskforce specializzate che educhino famiglie e comunità sui pericoli che questa ondata terroristica comporta e su come riconoscere i segnali ma soprattutto che li invitino a fidarsi ed aprirsi.

Nessun commento:

Posta un commento