domenica 7 febbraio 2016

Nome in codice Stakeknife. La faccia sporca della guerra al terrorismo.

Si è fatto un gran parlare in questi giorni, in merito al terremoto che starebbe attraversando gli uffici dell'Aise, di strani personaggi di cui l'agenzia si è servita in Africa e in medio-oriente per concludere operazioni di hostage taking pagando un riscatto e il cui comportamento non sarebbe stato proprio in linea con le aspettative. Il panorama del covert human intelligence è abbastanza vario e regolato da norme che spesso vengono infrante. In periodi di emergenza come quello attuale, in cui la sicurezza nazionale è messa in serio pericolo da fenomeni criminali che evolvono in maniera atipica e sono difficili da fronteggiare, c'è bisogno di qualcuno che faccia il lavoro sporco dall'interno. Che paghi un riscatto o magari uccida all'occorrenza. Infiltrati e doppiogiochisti. Si tratta di agenti segreti a tutti gli effetti ma proprio in virtù di quella licenza di uccidere che viene loro concessa, risultano scomodi e ufficialmente sconosciuti.

Italiani d'Irlanda


Il 9 Ottobre del 1987 alcuni appartenenti all'Ulster Defence Association, un gruppo paramilitare lealista che poteva contare su diverse decine di migliaia di associati, entrarono in casa di Francisco Notarantonio e lo freddarono mentre dormiva.
Notarantonio, di origine italiana, in gioventù aveva militato per alcuni anni nell'Ira e poteva essere annoverato nella cerchia di amici di Gerry Adams, ma era ormai un tranquillo vecchietto in pensione dal suo mestiere di tassista. Decisamente non un obiettivo sensibile.
Il suo assassinio fu deciso in alcune riunioni ad alto livello tra l'MI5 e l'esercito di sua maestà. Questi fornirono ampia documentazione (ovviamente contraffatta) ai capi dell'UDA e della Force Research Unit dell'appartenenza di Notarantonio ai ranghi più alti dell'Ira.
Si trattava di un'operazione costruita a tavolino per offrire ai lealisti una vittima illustre e proteggere un bene più grande. Una talpa all'interno dell'Ira il cui nome in codice era Stakeknife.

Freddie Scappaticci, figlio di un gelataio italiano emigrato in Irlanda e ottimo giocatore di calcio, abbracciò la causa dell'Ira in gioventù all'inizio degli anni settanta dopo aver conosciuto Gerry Adams in prigione. Scap non era un tipo che andava per il sottile. Se qualcuno non si trovava d'accordo con lui, risolveva la questione con le mani. Fu così che venne messo a capo della famigerata Nutting Squad. Un piccolo battaglione il cui compito era quello di scoprire gli infiltrati dell'esercito inglese, indurli a confessare dopo averli torturati e ucciderli con un colpo secco alla nuca. Alcuni di loro si vantavano di essere stati addestrati in Libia. Pare che abbiano ucciso almeno cinquanta persone nel giro di vent'anni ma potrebbero essercene molte di più. Giovani padri di famiglia e ragazze. Tutti sospettati di essere doppiogiochisti. Paradossalmente, dopo una punizione percepita come un'umiliazione, lo stesso Scap divenne un doppiogiochista. Avvicinato dagli Inglesi, si mise al loro servizio per alcune centinaia di migliaia di sterline l'anno che premiavano il lavoro di quello che venne definito il gioiello della corona o la gallina dalle uova d'oro. Stakeknife era un assetto sia per l'esercito che per i servizi britannici. Il suo ruolo apicale nello squadrone della morte faceva si che fosse a conoscenza di dettagli importanti ed identità. A quel punto si mise ad uccidere sia per l'Ira che per sua maestà. Lo si ritiene responsabile di almeno venti omicidi ma potrebbero essere tanti di più.

Il gioco finì nel 2003 un pò nello stesso modo in cui in Italia abbiamo saputo di alcune strane e presunte circostanze verificatesi all'interno dell'Aise. Qualche ufficiale Inglese vicino alla pensione e insoddisfatto per il trattamento economico che lo aspettava, spifferò il suo nome ai giornali. Della leggenda di Stakeknife e della Nutting Squad si sapeva già molto. Adesso c'era anche un volto. Scappaticci negò tutto. Si parlò anche di una vendetta nei confronti di Adams colpevole di essersi piegato al compromesso. Vennero condotte inchieste soprattutto grazie alla tenacia dei figli delle vittime ma non si arrivò mai a nulla di concreto. Oggi c'è un nuovo impulso alle indagini ma i problemi rimangono gli stessi. Una inchiesta del genere richiede l'uso di poco più di cinquanta uomini e un finanziamento di circa 30 milioni di sterline per coprire  almeno cinque anni di lavoro. I parenti delle vittime poco si fidano della polizia irlandese. L'incognita maggiore è rappresentata dall'apporto che daranno il ministero della difesa inglese, l'MI5 e l'esercito britannico ovvero quelli per i quali Scap lavorava e che avrebbero le mani sporche di sangue tanto quanto lui. Saranno disposti a collaborare affinchè la verità venga fuori e giustizia sia fatta per le vittime ?
Nel frattempo Stakeknife si sarebbe trasferito in Italia dove avrebbe subito un intervento di chirurgia plastica per rendersi irriconoscibile. Chissà se ha imparato la nostra lingua, lui che ha sempre negato di conoscerla. Le ultime immagini del suo volto risalgono allo scoop giornalistico che ne svelò l'identità. La sua età dovrebbe aggirarsi attorno ai settant'anni.

Eroi abbandonati 


Di uomini che hanno pagato un alto prezzo nel servizio alla patria lavorando per l'MI5 ce ne sono parecchi. Le loro storie, assieme a quello che sono stati costretti a fare, emergono solo quando c'è un contenzioso giudiziario legato a danni fisici e psicologici subiti che l'agenzia non riconosce come conseguenza o parte integrante del loro lavoro.

A Raymond Gilmour, pizzicato a rubare all'età di sedici anni a Derry, venne offerta l'opportunità di arruolarsi nell'Irish National Liberation Army in qualità di agente speciale del Royal Ulster Constabulary.
Gilmour da infiltrato supergrass fu l'unico testimone in un processo che vedeva imputati 35 affiliati all'Ira ma non fu creduto dal giudice. Ancora oggi sostiene di essere stato sacrificato in virtù di un accordo sotto banco organizzato dallo stesso RUC. Uscito allo scoperto fu trasferito in Inghilterra. Gli venne pagato uno stipendio e fornito alloggio ma alla fine l'MI5 lo scaricò. Alcolizzato e affetto da patologie mentali Gilmour pretende dal servizio un risarcimento adeguato.
Avrebbe anche le prove del coinvolgimento dell'attuale vice primo ministro irlandese McGuinness in una serie di omicidi avvenuti a Derry negli anni ottanta. Si prevede che il nome di McGuinness possa spuntare anche nell'inchiesta su Stakeknife. Un motivo in più per cercare di insabbiarla.
Robert Acott, questo il suo nome in codice, lavorò come infiltrato sia negli ambienti dell'IRA che nelle moschee all'indomani dell'undici settembre. Ha viaggiato numerose volte in medio-oriente e ha raccontato di incursioni irlandesi fatte senza documenti per incontrare informatori e doppiogiochisti. Venne denunciato perchè un cittadino di passaggio vicino a casa sua raccolse un file lasciato in bella vista in giardino all'epoca in cui aveva iniziato a soffrire di depressione e stress post-traumatico. Licenziato per negligenza professionale, anche lui ha fatto causa all'agenzia per averlo scaricato quando ormai non potevano più servirsi di lui.

Tra gli incidenti sul lavoro degli uomini di casa nostra, ricordiamo la caduta dell'agente tortellino sulla via verso il bagno quando fu svegliato nel cuore della notte per poi essere spedito in Iraq.
L'incidente gli provocò una serie di amnesie temporanee. Disse lui ai magistrati mentre lo interrogavano. Si può non credere ad una spia romagnola ?
Se sparisco per qualche giorno, mi si può trovare nella cuccia del cane di Giulianone Tavaroli.



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