lunedì 15 febbraio 2016

La zona grigia in paranoia

Ma quando mai un capo di un servizio si muove per qualcuno? La prima notizia che lei ha dato li ha messi in paranoia.... parlava con le vecchine che vendono nelle bancarelle, con i tassisti. Si informava di tutto. Chiedeva delle loro condizioni di vita, di come stavano economicamente, degli scioperi. E poi appuntava ogni cosa. Questo lo ha ucciso. Parlava con troppe persone, molte delle quali attenzionate dal regime. La mattina dopo Massari tornò alla carica con la nostra intelligence: Abbiamo compiuto verifiche, ma non abbiamo saputo nulla 
Questi servizi sono , sono… non mi faccia dire, guardi. Per fortuna che ancora oggi nei servizi segreti esiste una zona grigia marco gregoretti

Se fosse stato un agente, le verifiche non sarebbero state lasciate all'Ambasciatore per una notte intera.

Io concedo sempre il beneficio della buonafede alla stampa italiana perchè ci sono fronti come quello della geopolitica, della sicurezza e del digitale che non sono in grado di coprire in quanto i giornalisti sono totalmente impreparati, e quindi si arrangiano come possono. Da quando è sorto il fenomeno Daesh ad esempio, c'è una moltitudine di cronisti di giudiziaria riciclatisi in qualità di esperti di terrorismo . Qualche settimana fa il buon Amedeo Ricucci su Facebook, con il garbo che lo contraddistingue, faceva notare ad una collega che le dichiarazioni raccolte da un pentito di mafia nigeriana erano palesemente deficitarie. Apriti cielo. Tutti i giornalisti social contro i corrispondenti esteri colpevoli di darsi le arie da fighetti.

Qui però c'è della gran malafede.
Pure Lorenzo Bianchi (quello che solo lui trova dossier esclusivi sui marò, solo lui li legge, solo lui li commenta e alla fine viene a dargli manforte Gaiani) è tornato stamattina sulla storia dell'agente segreto. Come se ci fosse bisogno di pagare una persona con uno stipendio d'oro e addirittura addestrarlo, per fargli raccogliere informazioni sulle strade del Cairo. Nei Paesi del Golfo usano gli intellettuali dissidenti. Li tengono chiusi per un mese in caserma senza nemmeno picchiarli più di tanto e alla fine gli propongono un'alternativa. Un lavoro in Egitto o Tunisia con tanto di casa e alimenti pagati, in cambio di invio continuo di informazioni attraverso l'ambasciata.
Informazioni che non si raccolgono con il taccuino in giro per i mercatini ma si ottengono allacciando rapporti in giro per gli uffici e i bar o gli alberghi . Attualmente anche in rete.
Il direttore Manenti, a dispetto dell'età, è sempre in giro per il mondo e per Roma. Cene con Minniti, Renzi e i generali per decidere il da farsi su questioni varie, cene per dare la benedizione ai vertici di Telecom, viaggi in India per i marò, in Libano per prendersi il piatto omaggio da Basbous e intercedere per il libanese , in Libia per sostenere l'uomo Eni.
E' una persona misteriosa che ama tenere un basso profilo anche adesso che è ampiamente uscito allo scoperto, ma ai tempi di internet nemmeno lui può sfuggire al monitoraggio di chi è interessato alle sue attività . Si muove quando è necessario.
E' possibile che siano arrivate informazioni che potevano far pensare di recuperare il giovane prima che morisse. Qualche avvistamento o soffiata. Il generale Manenti si sarebbe mosso per chiunque se  necessario. Sempre se è vera la storia di questo fantomatico viaggio. Secondo me era al seguito della Guidi. Due piccioni con un viaggio.

Pare di capire che tutta questa rappresentazione teatrale alla quale assistiamo da settimane, sia stata messa in atto a causa delle nomine e per dare una spallata ad una direzione che evidentemente non piace. E soprattutto per fini politici. Però parliamo di un uomo che è in quella struttura da una vita e cerca di fare del suo meglio per il bene del Paese assieme alla squadra che guida. Gente che merita rispetto. Se a qualcuno non piace basta che cambi mestiere.
Invece di sprecare una occasione del genere (per Giovanni Lo Porto nessuno si è adoperato per cercare di scoprire la verità così tanto come si sta facendo per Regeni) cerchiamo di utilizzare il clamore mediatico al meglio e non per liti da pollaio.

Le ipotesi sono due. O il ricercatore è stato vittima di un gruppo di esaltati oppure ha fatto qualcosa che ha dato veramente fastidio senza rendersi conto delle conseguenze alle quali sarebbe andato incontro. Può aver facilitato qualche scambio o dato ausilio a un gruppo particolarmente inviso all'autorità. Difficile che si arrivi ad una verità.

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