«Anche nelle Lettere di San Paolo c’è scritto che le donne siano sottomesse al marito, e non mi piace ogni volta che lo sento leggere a messa… L’Islam ha vissuto storicamente periodi diversi, ed è fondamentale il lavoro che gli Stati islamici stanno facendo contro il fondamentalismo. Certo, per me è difficile vedere una donna camminare tre passi indietro al marito, o sentire le donne afghane felici di finire in un carcere femminile che abbiamo contribuito a costruire, perché lì non vengono picchiate e imparano un mestiere…
«Ma anche in quei Paesi c’è un movimento, un fermento, che ha tutto il mio sostegno. Nel rispetto dei loro tempi e delle loro culture».»roberta pinotti
Tra i tanti insegnamenti tramandati dal profeta Muhammad c'è quello di non parlare se non si è certi di quanto si sta affermando. Le chiacchiere senza basi concrete generano confusione e non tornano utili alla risoluzione dei problemi. Consiglio di buon senso che può essere accolto anche dai non musulmani.
La lettera agli efesini nella quale si sottolinea la sottomissione della moglie al marito tende a fare un parallelo tra il rapporto matrimoniale e quello tra Gesù Cristo e la Chiesa.
Il fatto che la moglie debba essere sottomessa al marito mentre all'uomo si ricorda che egli deve amarla, non è sintomo di disparità. In generale nella tradizione abramitica il rapporto tra marito e moglie è vissuto come sublimazione di quello con Dio. Il tenore dei riferimenti va sempre messo in relazione al contesto e alle traduzioni.
Nell'Islam il matrimonio è considerato parte della fede. La sottomissione del musulmano è sempre verso Dio. Il marito è la guida spirituale e il custode della famiglia. Qawwamun, parola araba spesso oggetto di critiche e controversie, indica che l'uomo deve farsi carico morale e spirituale della donna. Non ne è il padrone. La sua è una responsabilità della quale deve rendere conto a Dio.
Anche i famosi versetti della sura an Nisa che legittimerebbero secondo alcuni commentatori la violenza fisica da parte del marito, sono da intendere in senso metaforico. La mossa del marito di alzare il miswak su di lei (uno spazzolino leggerissimo ricavato dalle radici dell'Arak) indica che i comportamenti della moglie sono fuori dalla legge di Allah. Il suo richiamo vuol essere un ammonimento a tornare sulla via del Corano e del profeta.
Nello stesso modo in cui la signora Pinotti, che immagino sia cattolica, ha interpretato a modo suo e senza approfondire, un testo di riferimento importante per la sua confessione religiosa, così i musulmani a seconda dell'inclinazione culturale e della situazione socio-politica della terra in cui vivono, sottopongono gli insegnamenti coranici spesso a scellerate distorsioni.
Purtroppo tutto ciò non emerge dalla maldestra difesa di ufficio del ministro di un governo che sente il bisogno di preservare valori e principi senza nemmeno sapere di cosa si stia parlando.
Ad intervenire duramente è il senatore del Pd Lodovico Sonego: «La Presidente Serracchiani col velo. Immagine dolorosa, a maggior ragione dopo i fatti di Colonia. Ho sempre cosiderato un errore la prassi del capo coperto, anche in occasione di visite al sommo Pontefice».«Si tratta - prosegue Sonego - di una ostentazione della sottomissione della donna e della negazione dell’uguaglianza rispetto all’uomo. In altri termini la violazione del principio dell’uguaglianza tout court. Quella sottomissione è ancor più inaccettabile se assentita da chi ricopre una rilevante carica istituzionale ed esercita una importante funzione di leadership politica nazionale. Donne a capo coperto mai, innanzi a chiunque».il gazzettino
Chiacchierando con un farmacista nemmeno trentenne, quindi una persona giovane ed educata e soprattutto italiano, questi mi raccontava che quando si transita sul lungomare di Montesilvano e Pescara nelle ore diurne, è ormai arduo distinguere tra studentesse e prostitute perchè abbigliamento e modi di fare sono molto simili. Per dire che tutto è relativo nella vita.
Ai cavernicoli bisogna spiegare che il velo è un dovere religioso nei confronti di Dio e non dell'uomo. Il velo è protezione della bellezza femminile e simbolo di modestia. Liberissimo di pensarla altrimenti e di esporre la propria moglie o la propria figlia però strumentalizzare la vicenda di Colonia per dare sfogo all'odio contro i musulmani e catturare voti è scorretto.
La signora Serracchiani ha voluto evidentemente compiere un gesto di cortesia nei confronti del Paese che l'ha ospitata. D'altra parte non siamo noi a sostenere che quando si viene in Italia bisogna rispettare le nostre leggi e la nostra cultura ?
Non mi pare una forzatura affermare che il volto dell'onorevole Serracchiani sembra splendere di luce migliore con quel velo . Sempre per la storia che tutto è relativo.
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