giovedì 24 dicembre 2015

Immaginazione

«Mai mi sarei immaginato di difendere le procure della Repubblica, che in passato si sono caratterizzate per eccessi su fatti di cronaca, e di stigmatizzare l'operato di alcuni rappresentanti della magistratura giudicante. Ancora ieri infatti la giornata è stata caratterizzata da discutibili decisioni - dice Alessandro Pagano, deputato di Area popolare - ,come quella del gip di Palermo che ha deciso di scarcerare la ricercatrice libica, fermata per istigazione al terrorismo e propaganda alla jihad sul web, nonostante la contrarietà del procuratore Lo Voi e del capo dell'antiterrorismo Roberti».
meridionews

Corsi di terrorismo e antiterrorismo ma anche di geopolitica, sicurezza e tradizioni straniere.
A magistrati e giudici io direi. E magari anche di sana umiltà che non guasta mai.

Se dopo mesi di monitoraggio non è emerso nulla al di là dei contatti e di qualche proclama borderline su Facebook e nemmeno dai soldi inviati in Turchia, il minimo che si potesse fare era di lasciare la dottoressa Shabbi a piede libero. Il gip non può non aver compreso la gravità e il fatto che non le abbia negato nemmeno l'uso  dei dispositivi elettronici per comunicare la dice lunga su questo caso che scopre un vaso di pandora. Una zona grigia che finora è stata appannaggio di operai e seconde generazioni che non hanno potuto magari pagarsi una difesa decente e che si sono visti sbattuti sul giornale come mostri.
Che differenza c'è tra loro ed Erri De Luca o i notav per i quali è stata rigettata l'accusa di terrorismo?

Osservando la dottoressa Shabbi all'uscita dell'udienza ovviamente la percezione non poteva essere che quella di una donna terrorizzata dalla prospettiva non tanto della prigione quanto di tornare in Libia. Ragion per cui negava qualsiasi tipo di preferenza per Daesh. La stessa Libia dalla quale stava evidentemente cercando di tirare fuori qualche parente per sistemarlo in Italia. Sempre lo stesso Paese nel quale è difficile imbattersi in persone che non abbiano a che fare con le milizie o con qualche mercenario. Persone che costituiscono il mondo di chi poi sceglie di andarsene.
La dialettica che avrebbe usato nel fare propaganda a Daesh secondo l'accusa, è la stessa a cui fanno ricorso palestinesi, iracheni, siriani. Gente che gira per il mondo da anni alla ricerca di una nuova patria e di una vita stabile. Di un punto fermo. Discutere dell'eventualità di affidarsi ad un califfato, anche a questo califfato così cruento e sanguinario, per loro è cosa normale perchè si sono lasciati alle spalle l'inferno e non riescono a vedere prospettive migliori all'orizzonte.
O accettiamo questo loro modo di essere e di pensare o cerchiamo di cambiarlo integrandoli in maniera concreta. Oppure li cacciamo tutti.

Nessun commento:

Posta un commento